"Dalla Sicilia non si va via, si fugge a gambe levate"Ferdinando Scianna
Anno 2014. Finalmente la questione meridionale è risolta (1). Finito il Grande Festino Truffaldino e Clientelistico (2) che ci ha fatto campare per una trentina d'anni dopo la fine della nostra Agricoltura - nient'altro che un lungo banchetto pantagruelico e trimalcionico che prima o poi ovviamente doveva finire lasciandoci ovviamente in preda all'abbiocco, alla cattiva digestione, alla pancia gonfia e alle parole biascicate - finito questo maledettissimo Grande Festino Truffaldino e Clientelistico, ecco che c'è spazio soltanto per l'Apocalisse. Toni da apocalisse. Scene da apocalisse. Questa è la Sicilia oggi.
Come nelle riprese all'aperto di "Totò che visse due volte" di Ciprì e Maresco, per dire. Quella Palermo desertica e lurida, di una ferocia e un'inumanità praticamente astratta. Ciprì e Maresco. Forse gli unici che forse sono riusciti a focalizzare - quasi 20 anni fa - l'esatta atmosfera angosciante e disperata che si vive oggi, specie tra i giovani, in Sicilia, qui in Sicilia. Una cosa che non ti prende più allo stomaco - no, quella roba è passata, i maldipancia sono propri della gente e dei posti che vivono ancora - qualcosa che non ti fa male nel senso classico ma che ti investe invece su tutto il corpo - malessere olistico - che ti polverizza lasciandoti però esteriormente integro - involucro vuoto - e che ti fa diventare totalmente scemo, con gli occhi divergenti e la bava alla bocca. Come gli idioti di Ciprì e Maresco appunto, ma senza i loro slanci jazzistici di improvvisazione alogica e scurrile, senza la loro energia. Come gli ambienti in cui vivono, ecco, siamo come quegli ambienti, diventiamo pian piano come quella Palermo lurida desertica angosciante disperata ferocie inumana astratta dei film di Ciprì e Maresco.
Apocalisse Sicilia. E i cantori dell'Apocalisse, i suoi raccontatori. Tipo l'ultimo libro di Pietrangelo Buttafuoco - destrorsissimo intellettuale catanese dalla scrittura potentissima - che si chiama "Buttanissima Sicilia" e che contiene botte di disperazione rabbiosa e impotente che sarebbe da metterle in un museo di arte contemporanea. Parole che bruciano, vibrano, scorticano, sulla carne viva. Una testimonianza emotiva, questo libro, ancor prima che un'analisi politica, un'invettiva contro il governo Crocetta, un pamphlet, un instant book o quello che volete. Buttafuoco è quello che poi, in un'intervista alla Gazzetta del Sud (4) invita i giovani a lasciare questa terra. Che dice:
Il miglior modo per restare è andare via. Noi siamo come le lumache ormai, ci portiamo la casa appresso. La Sicilia ci procura sempre una fatica immane, ormai inutile. Serve uno shock per ritrovare la nostra terra (...). Un tempo eravamo attori di primo piano nel Mediterraneo e oggi siamo piena periferia culturale. Sa qual è il vero problema? Con la morte dei nonni non ci saranno nemmeno più i soldi delle loro pensioni ad aiutare quei ceti familiari che già boccheggiano.
Buttafuoco, che annuncia di voler lasciar la Sicilia e trasferirsi definitivamente a Roma, ed Enzo Mignosi, inviato del Corriere della Sera, palermitano che vive lontano di Palermo da mezzo secolo, che scrive su DiPalermo.it:
Lo disse Sciascia, ventisei anni fa, e fu polemica senza fine. Oggi, più sommessamente e scusandomi con il Maestro per tanto ardire, lo ripeto anch’io, sempre più convinto, avvilito e rassegnato: Palermo è una città senza speranza, colpita da una sorta di maledizione biblica, con un peccato originale ancora tutto da scontare, destinato a pesare come un macigno per i prossimi secoli. Troppo mafiosa, troppo sporca, troppo tutto. Condannata allo scempio, al degrado, alle grandi e piccole illegalità, agli abusi, alla disperazione, alla violenza, alla vergogna, all’inettitudine, alla mala amministrazione. Sfregiata, svuotata di ogni senso morale ed estetico. Irredimibile, come la definì lo scrittore di Racalmuto. (…)Ora, so bene quanto sia ampio lo schieramento degli irriducibili che amano Palermo sempre e comunque, indifferenti o concilianti di fronte agli spettacoli osceni che da decenni la città offre ai suoi attoniti visitatori. Gente che considera la “palermitudine” un valore supremo da difendere al pari dell’onore. A dispetto della mafia, dell’immondizia, del traffico, della maleducazione. Gente del tipo “a noi basta Mondello, il pane e panelle, i cannoli”. No, non ci sto. E lo so che sono discorsi poco intellettuali, da uomo della strada, che rappresentare il sud come un inferno, e ogni lembo di terra da Roma in su come un paradiso è un banalissimo luogo comune, facile da smontare. Ma non ci sto lo stesso e ne soffro, perché ho smesso di sperare. Lo dico da una vita: chi può farlo ha il dovere di andare via. Senza nostalgie e senza rimpianti. All’eterna peste di questa città ci penserà – se mai vorrà – Santa Rosalia.
E poi, parlando dell'ultima presa in giro del Piano Giovani (7), c'è Lelio Cusimano sul Giornale Di Sicilia, in un articolo dall'emblematico titolo Piano Giovani: cari ragazzi, per favore disperate..., che scrive:
La disoccupazione giovanile che, nella fascia 15-24 anni, viaggia verso il 60%, ha raggiunto una soglia epocale. Come ha detto il direttore del Fondo Monetario, si sta bruciando il futuro di intere generazioni. Ma la Sicilia e la sua classe dirigente sanno aprire soltanto i rubinetti della spesa assistenziale e si guardano bene dall’usare i fondi europei ed attivare la spesa per lo sviluppo. Mentre la barca affonda, si approntano soluzioni inefficienti e residuali. Che cosa possono apportare il Piano giovani e Garanzia giovani se non qualche granello di conoscenze, un sussidio a tempo ed il ritorno prossimo nel limbo dell'attesa senza confini? (...) Cari ragazzi, non vi resta che disperare o magari farvi tentare dalla scelta di quei 10.554 siciliani che, soltanto nel 2012, hanno deciso di assurgere al rango di «cittadini»; ma nel centro-nord!.Rincara la dose Roberto Puglisi, direttore di LiveSicilia, il notiziario online più seguito dell'Isola. Il suo pezzo, amarissimo, così conclude (leggi tutto qui: Cari ragazzi, andate via. La Sicilia è come il Titanic). Leggi qua l'interessante dibattito su Fb:
Alla sommità delle prese in giro, c’è la parola oscena, dissacrata. “Futuro”. Il traguardo irraggiungibile, additato per distogliere gli occhi dal presente. Tutto si fa, tutto è imbroglio e caos, pur di mantenere un’aristocrazia dell’espediente che esibisce la divisione come fumo di copertura, mentre sostiene l’inciucismo trasversale di chi ha rispetto solo per la propria autoconservazione.
In questo naufragio, sulla nave che procede verso l'iceberg, con l'orchestrina che suona canzonette per distrarre i passeggeri, qual è l’orizzonte per i Ragazzi Siciliani che non sono ascrivibili ai potentati e vorrebbero una Sicilia fondata sul giudizio che premia i più bravi, non sulla vicinanza che salva gli iscritti al club? Semplicemente non c’è. Oppure si esprime con la parola definitiva che deve essere pronunciata, nella sua crudeltà, perché dire altro significherebbe mentire. Una parolina di quattro lettere. Sintetica e straziante. Fuga. Chi può, scappi, semini altrove i propri sogni, sia un vero siciliano d’oltremare in una patria lontana. Chi non può, resti sulla tolda del Titanic, con la forza dei valorosi destinati a soccombere. A contare i secondi che separano la chiglia dall’impatto finale.
Quanta disperazione, tipo che tutto è scappato di mano. E se non si parte, o se non ci si rassegna, ogni protesta sembra vuota e vana. Qualcosa di simile alle comicissime tirate di Giovanni Bivona (8). Protestiamo Protestiamo Protestiamo. Idiozia e comicità involontaria. I saltelli dello gnomo rabbioso sui carboni ardenti dell'Apocalisse. La faccia idiota della gente che storce il naso quando si parla dei politici o degli imprenditori o dei potenti in generale. Il qualunquismo becero. La stupidaggine ribellista e impotente. Il volto idiota della rabbia. Il volto beota della rassegnazione. Ogni sprazzo di intelligenza e lucidità soffocato da uno Stato di Cose terribile, una terra che rischia di diventare per chissàquantotempo un'area depressa dello scacchiere europeo (10), una periferia della periferia, una favela, una bidonville. Una terra in cui i migliori se ne andranno - ma tutti, di peso - e resteranno soltanto gli idioti. Una Regione praticamente fallita, senza più un'economia che abbia un briciolo di senso, senza più nessuna idea per come tirare a campare nel futuro, quando finiranno le pensioni dei nonni, le rendite del trentennio Truffaldino e Clientelistico. Tutto vecchio e tutto marcio e tutto malfunzionante, bloccato, costipato. Un mostro enorme che mangia tutto e tutti finchè non resterà più niente. Il nulla. La Sicilia Nullificata (9). Sarà questo il finale? Sarà questa la soluzione della questione meridionale?
Note
1) Lo diceva Mussolini nel suo discorso di Taranto. Qui:
2) Se ne parla qui. Ma i politici l'hanno capito che non c'è più niente da mangiare? E il popolo? (StupeFatti Blog).3) Qui il film completo.
4) Qui l'intervista integrale di Pietrangelo Buttafuoco. Sul libro di Buttafuoco. "Vi spiego perchè questa Sicilia è buttanissima" (LiveSicilia). "Crocetta ha più responsabilità di Cuffaro, ve la racconto io la buttanissima Sicilia" (LiveSicilia). Il dibattito: Sicilia buttanissima o felicissima? (LiveSicilia). Buttanissima Sicilia, firmato Pietrangelo Buttafiele..pardon: Buttafuoco (LinkSicilia). Buttanissima, non è possibile alcun confronto con i razzisti antisiciliani (LinkSicilia).
5) Qui l'articolo integrale di Enzo Mignosi. Leggi pure. "L'impossibile dialogo con Palermo, la città dalla quale tutti scappano" (Igor Gilarda su Resapublica).
6) Palermo. La città da cui tutti fuggono. Un pò di dati. Trentamila persone negli ultimi dieci anni che sono scappate a gambe levate dalla capitale della Sicilia. I dati su quelli che fuggono da Palermo (Balarm). Una notizia dell'agosto 2014. Scappano tutti da Palermo, la città italiana che si è svuotata di più (SiciliaInformazioni). Il post di StupeFatti Blog su Palermo: "Palermo in A! L'urlo di gioia nella città che affonda"
7) Sul Piano Giovani leggi lo speciale di StupeFatti Blog qui e qui.
8) Tipo qui:
9) C'è una scena (qui) del capolavoro di Pietro Germi, Sedotta e Abbandonata, in cui il poliziotto (siciliano ma stufo della Sicilia) guarda la cartina dell'Italia e mette una mano sopra la Sicilia, nascondendola. Osserva così lo Stivale italiano senza la sua "scarpa". E lo trova migliore.
10) Alcuni dati sulla disoccupazione qui in Sicilia. 5 maggio 2014. La Sicilia prima in Italia per disoccupazione giovanile (BlogSicilia). Giugno 2014. Italia. Nuovo record di disoccupazione per il primo trimestre 2014. (Repubblica). Leggi la notizia anche sull'Huffington Post, dove si legge: "Il tasso di disoccupazione tocca il suo picco nel Mezzogiorno, dove vola al 21,7% nel primo trimestre del 2014 (dati non destagionalizzati). E tra i giovani (15-24 anni) raggiunge addirittura il 60,9%. Lo rileva l'Istat, spiegando che sono 347mila i ragazzi in cerca di lavoro nel Sud, pari al 14,5% della popolazione in questa fascia d'eta'". Agosto 2014. La mappa della povertà italiana (la Sicilia è la peggiore). In 20 anni i giovani hanno perso tutto (Espresso).
10-bis) Alcuni articoli sul fallimento della Regione Sicilia. Leggi qui, qui, qui e qui. Luglio 2014. Orlando: "Sicilia azienda fallita" (LiveSicilia). Agosto 2014. Sicilia verso la Bancarotta, Ncd contro Governo (BlogSicilia).