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La Questione Morale e il tesoretto della sinistra arcobaleno

Creato il 09 febbraio 2012 da Asinistra
La passione è finita
La passione è finita? La Questione Morale e il tesoretto della sinistra arcobaleno "Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...>> leggi tutto (intervista a E. Berlinguer)
E’ di oggi una notizia comparsa sui giornali di un autentico tesoretto uscito fuori dai rimborsi elettorali di quella che fu “la sinistra Arcobaleno” per un ammontare di circa sette milioni e 110.000 euro, spalmati dal 2008 al 2011.
Avendo partecipato attivamente e a mie spese a quella campagna elettorale (non come candidato) senza alcun vincolo di appartenenza credo che qualche cosa sono titolato a dirla. La sinistra arcobaleno nacque dopo la chiamata degli “stati generali della sinistra” nel dicembre 2007 e un grosso equivoco ne fu protagonista. Quello che doveva essere un processo unificante del popolo della sinistra, in realtà fu una conventicola delle segreterie che si raffazzonò nell’intento di occupare alcuni spazi in parlamento. Se tanto era il desiderio della base di questo processo unificante, senza dubbio l’accaparramento di qualche scranno parlamentare da parte delle segreterie soverchiava ogni ragionevole desiderio. Il 15 aprile 2008, il giorno dopo le elezioni, la coalizione di fatto rimaneva orfana dei suoi padri fondatori che si affrettarono a consumarne il funerale vista la condanna da parte dell’elettorato che escludeva ogni forma di rappresentanza all’interno del parlamento italiano della così detta sinistra alternativa. Scissioni, riapparentamenti, dissolvimenti e rinascite e scioglimenti saranno i percorsi che, attraverso congressi, gli eredi di quei partiti che parteciparono alla competizione elettorale espleteranno negli anni successivi, con una caratteristica precisa di essere nel proseguo della vicenda politica, “inefficienti” e “inadeguati”. In questi anni è anche vero però, che non sono stati pochi, i tentativi di risanare le ferite del 2008, vero è che ipotesi di concorrere unitariamente su contenuti hanno sempre trovato posizioni talmente cristallizzate da impedire proposte anche autorevoli come fu nel 2009 la proposta di una lista unitaria, al di fuori delle segreterie dei partiti , proposta in particolare da Rossana Rossanda, nella quale far concorrere “nomi” della sinistra che si sono sempre spesi con competenza sui temi specifi di lavoro, ambiente, beni comuni. Oggi possiamo dire che l’assenza di una qualsiasi presenza della sinistra italiana, al parlamento europeo , si fa sentire, nel momento in cui l’Europa delle banche e della finanza segna il tempo della nostra vita quotidiana, e quell’assenza è sicuramente frutto di quell’ottusa autoconservazione di nuclei che trovano sempre meno brodo nel quale alimentarsi. A fronte di questa, sicuramente non edificante, disamina della mia sinistra i quesiti che pongo sono diversi: 1)   chi, in questi anni ha incassato quei rimborsi elettorali, nei confronti dei quali non mi voglio sbilanciare in alcun tipo di giudizio, sin dopo ad una attenta rendicontazione? 2)   Perché ha continuato ad esistere una associazione denominata “sinistra arcobaleno” quando il 19 aprile a Firenze fu evidente il distacco dei soggetti politici strutturati che vi avevano fatto parte? 3)   Perché parte per lo meno di quel capitale non fu impiegato per sostenere quella proposta unitaria della Rossanda per le Europee del 2009, che andava verso la proposta unitaria che era stata comunque nelle intenzioni di chi partecipò all’esperienza della “sinistra arcobaleno? 4)   Sicuramente la legge sui rimborsi elettorali deve essere rivista, considerando però che nel nostro paese, le leggi non possono invocare la retroattività, forse ciò che rimane di questo capitale può essere impiegato parte nel tentativo di salvare l’editoria a rischio di chiusura della sinistra (magari unificando le testate a rischio) e parte nella promozione della cultura europeista che ci consenta di ritornare la dove il potere finanziario capitalista, mette non solo a rischio la sopravvivenza di una sinistra, ma soprattutto quei ceti sociali a cui la sinistra deve dare rappresentanza politica.
Loris

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