Lidia deve confrontarsi con tutto questo in un'epoca, la fine degli anni '70, che la porta sulle piazze a lottare per un'utopia e una bandiera "sotto cui potersi riposare, dopo averla difesa".
Ma proprio il giorno del suo diciassettesimo compleanno comincia un periodo particolare, con incontri, amicizie, altre delusioni ma anche nuovi sogni.
"Sembra che siamo diventati grandi. Non lo so se mi piace. Sono troppo giovane per essere grande ma non possiamo fare altro che andare avanti." (Da Amazon con furore)
Con questo post mi tirerò dietro odi e rancori per almeno sette anni. Perché sette? Così, perché il sette mi piace. Ho letto qualche tempo fa un libro consigliato dal solito Iguana che ne parlava indubbiamente bene. Quando ci sono di mezzo libri autoprodotti però ho sempre un dubbio atroce sul leggerli o meno per due semplici motivi:
- Di solito leggo libri di amici-de-blogghe e se va a finire che mi fanno schifo la tendenza a scriverne si azzera per paura di attirarmi gli odi e i rancori di cui sopra
- Per leggere ci vuole tempo. A me almeno, ce ne vuole parecchio. Quindi tendo ad andare "a colpo sicuro" e il rischio di leggere cose di bassa qualità, con l'autoproduzione, è piuttosto alto
Amoroso, perché in tutto il casino di quegli anni ci scappa pure la pomiciata, e magari qualcos'altro, con quel "bello e impossibile" che è il Signore di tutti i giovani rossi-rossi-rossi. E poi lui frequenta il Classico. Vedi che roba. Giovanile, perchè in realtà questo romanzo parla di giovani. Giovani veri che cercano di diventare grandi e lo fanno nell'unico modo che conoscono: urlando. E questo è il vero cuore della storia. Gli anni settanta che fanno da sfondo potrebbero essere gli ottanta o i novanta, non cambierebbe poi molto. L'importare è combattere per quello che si crede e magari imparare a diventare grandi davvero. Ma insomma, sto romanzo ti è piaciuto o no? Beh, devo essere sincero, il mio genere è completamente agli antipodi e in alcuni punti mi sono un pò annoiato. La paura di mettermi a leggere una Mocciata era immensa, invece alla fine ho letto una bella storia che farò leggere anche a mio figlio tra qualche anno, perché qui dentro ci sono argomenti forti trattati con la giusta leggerezza, nel senso buono del termine, competenza e grande passione. E poi mia moglie lo ha già voluto nel suo Kindle. Bene. Ho finito di essere serio. Chi sta leggendo queste due righe probabilmente non sa che dietro a questa recensione ci sta una scommessa: se il libro non mi fosse piaciuto "qualcuno" mi avrebbe pagato una birra; in caso contrario niente. Forte, no? Tutto da guadagnare. Ma sono un cavaliere e la birra gliela pago io, alla Lui. Primo perché è davvero una tipa tosta e simpatica, per quel poco che ho potuto scoprire sul blog dell'Iguana, e poi perché... ehm... perché... ma si, dai! Il libro è valido e merita di essere letto. Brava Lui, continua così. Pensa che questa è la prima lettura "d'amore" che ho preso in mano da, tipo venticinque anni, e l'ultima credo fossero "I promessi sposi" alle medie.
Adesso lo dovete leggere anche voi, altrimenti che
P.S.: Oh, Lui, nel prossimo lavoro, però, voglio almeno uno zombie, un criminale psicopatico o qualche astronave, eh!