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La ragazza – Angelika Klüssendorf

Creato il 25 febbraio 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

La ragazza – Angelika KlüssendorfRecensione di Virginia Negro

«Merda che vola per aria, sfiora i rami di un tiglio, colpisce il tetto di un autobus in corsa, plana sul cappello di paglia di una giovane donna, si spiaccica sul marciapiede.
La gente per strada si ferma e guarda in alto. Il sole picchia giallo come zolfo, e piove merda, ma non cade dal cielo.»
Un incipit fulminante quello dell’ultimo romanzo della tedesca Angelika Klüssendorf, il primo tradotto in italiano per L’orma editore da Matteo Galli (germanista e professore di letteratura tedesca dell’Università di Ferrara), La ragazza, che ci fa entrare a piè pari nella vita di una “figlia del socialismo reale”. Chiusi in un palazzo fatiscente in un’anonima provincia della DDR, la ragazza e il suo fratellino non escono da giorni. «La merda che cade, non cade dal cielo», l’adolescente non la ingoia, la rigetta fuori dalla finestra: addosso al mondo. Un romanzo di formazione al femminile, cosa di per sé rara, che racconta cosa significa avere dodici anni e crescere senza appigli, con l’ unico riferimento di una genitrice letale e alcolizzata. Un’infanzia strappata via a colpi di corruzione e percosse. Battuta e ferita, la giovane reagisce con il commovente moto contrario del riscatto. Esorcizza il ricatto della crescita con il sacro fuoco della letteratura.
La ragazza è il romanzo più celebrato (già tradotto in sette lingue) della scrittrice e drammaturga Angelika Klüssendorf; un monumento del disorientamento di questa ragazza di vita, finito nella shortlist del Buchpreis 2011 e che ha imposto l’autrice come una delle voci più interessanti della recente letteratura tedesca.
Angelika Klüssendorf ci colloca  in quei cinque anni che uniscono l’infanzia all’età adulta, abbattendo tutte le pareti, scansionando una società disillusa dal mito dello stato sociale, senza orpelli letterari-romanzeschi. Come la ragazza anche il lettore si trova senza agganci e connotazioni geografiche precise, perso in una generica Germania dell’Est agli sgoccioli del socialismo. Spettatore di una plongée su un non-luogo popolato da reietti dove l’unica mappatura disegnata è quella di un microcosmo umano della periferia: margini che sembrano sporgersi sul baratro.
Tra un padre a intermittenza, un fratello di cui farsi carico, insegnanti apatici e compagni che oscillano tra lo spietato e l’abulico, la ragazza finirà in un istituto per minori dove si confronterà con altre durissime storie di vita e sperimenterà le prime esperienze sessuali e amorose.
Un percorso che sembra solo in discesa, e che invece, come in una favola impregnata di realismo, si trasforma in un viaggio. Non si registrano soltanto i disperati singulti dell’animo, crudi come solo nei buoni romanzi di formazione, ma anche la capacità di sentimenti eroici in un quotidiano abitato da biechi interessi personali.
Sopravvivere all’indifferenza altrui con l’esercizio dell’intelligenza, con ironia e passione: l’importante è non perdere l’incantamento in un mondo che sembra non essere capace di guardare al futuro. Come diceva l’Alice di Carroll «uno non può fare a meno di crescere».

Nota sull’autore:
Angelika Klüssendorf, nata nel 1958 ad Ahrensburg (ex Germania dell’Est),  è scrittrice e drammaturga. Riconosciuta dalla critica e dal pubblico come una delle voci più forti della recente letteratura tedesca, con La ragazza è stata inserita nella shortlist del German Book Price 2011. Oggi vive e lavora a Berlino.

La ragazza di Angelika Klüssendorf
traduzione di Matteo Galli
L’orma, 2013
pp.164, 16 €


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