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La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

Creato il 18 febbraio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Chiara Segreto 

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

Mito di Bologna odierna, la mostra organizzata da Linea d’ombra accoglie il celeberrimo quadro di Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, la cui tappa italiana è solo una sosta nel tour mondiale che sta compiendo. La location scelta è Palazzo Fava, una sede magnifica, ma troppo piccola per accogliere tutti i prenotati. La sensazione all’ingresso è subito claustrofobica, di pressione e fastidio diffuso. I quadri sono sommersi da teste che difficilmente si riescono a scostare per più di qualche secondo. Il pubblico zombizzato dalle audioguide vaga come ubriaco, incurante di urtare il vicino estraneo più e più volte. Donne con cappelli di pelliccia, insiemi informi di turisti confusi, qualche giovane entusiasta che fa eco al brusio con commenti fin troppo stentorei. Un cellulare suona, un ragazzo addetto alla quiete si inalbera e intima il silenzio. Una guida cerca di sovrastare due anziane signore che raccontano un aneddoto su un ritratto di Rembrandt. Questa è la prima sala. Una scazzottata continua per un attimo di pace. In un momento di svenimento collettivo ho potuto ammirare il grande ritratto della Principessa Sofia, di Johann Georg Ziesenis, imbellettata come una bambola, al suo fianco il cane dalla consistenza di pupazzo grazie alle finte linee di sutura create dalle ombre.

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

La seconda sala è quella dei Paesaggi, non sono entrata, mi sono permessa di vagare lì dove la folla era meno accalcata, quindi una stanzetta attigua, quella delle Nature Morte. Invariabili commenti dei fruitori su quanto verosimili fossero tutte le vivande ritratte dai fiamminghi, più o meno consci dell’uso della camera ottica che essi facevano. Il cibo raffigurato è davvero degno di una delle nostre città di mare: ostriche, pesce, agrumi. Cinque delicate albicocche se ne stavano timidamente esposte nel quadro di Adriaen Coorte, Natura morta con cinque albicocche, del 1704. Sentirne con gli occhi, la placida consistenza con trecento anni di distanza deve esser un grande traguardo per quei dolci frutti vellutati. A fatica giungo infine nella stanza consacrata ad ospitare Lei, La ragazza con l’orecchino di perla. Piccola e delicata quasi non si nota, dispersa nella grande sala dal soffitto di legno intarsiato, l’ho guardato a lungo, con il suo peso ligneo. Una folla disposta a semicerchio la oscura, la mangia, in preghiera. Mi avvicino, lì che il silenzio è devoto. E Lei sta muta, dietro un vetro spesso, lucido che rifrange il lontano muro. Seguo la disordinata disposizione degli astanti, mi fermo a destra e la guardo, la sua polvere sembra esser stata soffiata via. Attendo, un po’ spazientita che si neghi come diva dopo tanta attesa. Raggiungo il centro e la guardo negli occhi vaghi. Nulla, mi avvicino impavida, nulla. Un’armatura grigia ci scalza lontani dal suo corpo, piccolo, più piccolo del mio viso. Vago verso sinistra, sperando di scorgerla di lato. La sua perla vibra un debole richiamo, ma la distanza ruba alle labbra la loro rosea meraviglia. Indietreggio, sembra assente.

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

Per colmare il desiderio disatteso allora mi butto di nuovo nel flusso perenne di gente, e finisco nella sala dei Paesaggi. Grandi, enormi, generosi, esposti ai miei denti. Nella piccola sala semivuota si può giocare con i loro segreti. La Veduta di Haarlem con campi di candeggio di Jacob van Ruisdael e il suo cielo di nubi che addensano teatrali occhi di bue sui terreni coltivati, scenario di una vita sospesa, soffusa, ed in fondo, piccole come le pennellate ricevute, le case della città lontana. Ci si può avvicinare, piano piano e vederle distinte, quasi più nitide del primo piano campestre. Nella sala degli Interni con Figure non si può far a meno di esser attirati dal più piccolo fra essi Ragazza che mangia ostriche di Jan Steen, emblematico del lavoro dei pittori fiamminghi. La cura dei dettagli raggiunge la maniacalità dei miniaturisti, riflessi sulle liquide ostriche di meno di un decimo di millimetro, i decori della ceramica tipica, le stoffe della ricca borghesia, ovvio acquirente. Porte che si aprono a svelare la vita quotidiana come una scatola cinese, viva e rumorosa.

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

La mostra è finita, ma al secondo piano ci sono ancora da visitare alcune stanze dedicate ad artisti che per le loro opere si sono ispirati a Vermeer. Fra i tanti presenti cito Franco Sarnari con i suoi lavori di Cancellazione. Così si intitolano i quadri e mi riportano alla polvere. Le figure dipinte da Vermeer si sgranulano delicatamente, dissolvendosi, come fossero pulviscolo di pigmenti. Una differenza tra Vermeer ed i suoi contemporanei e connazionali era appunto la polvere. Nei suoi esperimenti con la camera ottica, giocando con le lenti, ha scoperto questa consistenza dell’aria. Nei suoi quadri la polvere dà il corpo luminoso, disegna volumi nell’ombra, guizza e schizza atomi di luce. Sfoca i piani, come Leonardo, dando corpo all’aria che separa il qui dal lì. L’indefinito che contorna i visi di Vermeer li rende mobili, come se fossero appena giunti a quella posizione, senza la possibilità di fissarli catatonicamente. Non è solo l’identità segreta della dama con l’orecchino di perla a renderla affascinante, ma l’impossibilità di averne un’immagine precisamente definita del suo volto, che la rende viva, inquieta. I punti di maggiore definizione sono invece i bagliori, i riflessi, come se la luce venisse tagliata da una lente, è pungente, puntigliosa su minuscoli dettagli sulle labbra e nell’enorme perla appesa al lobo. Ecco perché, a mio avviso, mostrare da lontano, e celata da un vetro, quest’opera l’ha soffocata.

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

Invece nessuno spazio è dedicato a Marcel Proust che ne la Recherche cita quello che riteneva essere “il quadro più bello del mondo”, Veduta di Delft. Bergotte nel vederlo ha un mancamento e muore. Le sue ultime parole sono di rammarico per non aver saputo nella sua scrittura compiere ciò che Vermeer aveva compiuto nella pittura. All’epoca di Proust il pittore era avvolto da un mistero ancora più fitto, quasi ignoto, le sue opere non erano accompagnate nemmeno dal nome completo. In particolare, e questo svela in parte il gioco, Proust apprezzava lo sforzo e l’attenzione che Vermeer aveva dedicato nei dettagli di un muro giallo. Tuttavia nel quadro questo muretto giallo sembra non esserci. La memoria dello scrittore sembrerebbe aver fuso alcuni particolari rendendoli uno: un tetto inondato dal sole e dei muri pallidi. Quanto di più esatto per il genio di Proust? (Per approfondire l’argomento vi consiglio la lettura del saggio di Lorenzo Renzi Proust e Vermeer. Apologia dell’imprecisione pubblicato da il Mulino nel 1999).

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

 

Didascalie

Johannes Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, 1665 circa

olio su tela, cm 44,5 x 39

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

lascito di Arnoldus Andries des Tombe, L’Aia, 1903 (Inv. n. 670)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Pieter Claesz, Natura morta con candela accesa, 1627

olio su tavola, cm 26,1 x 37,3

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

acquisito nel 1961 (Inv. n. 947)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Pieter de Hooch, Uomo che fuma e donna che beve in un cortile, 1658-1660 circa

olio su tela, cm 78 x 65

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

dono di Mr e Mrs Ten Cate-van Wulfften Palthe, Almelo, 1947 (Inv. n. 835)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Jan Steen, Ragazza che mangia ostriche, 1658-1660 circa

olio su tavola (arrotondata in cima), cm 20,5 x 14,5

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

dono di Sir Henri W.A. Deterding, Londra, 1936 (Inv. n. 818)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

 

Johannes Vermeer, Diana e le sue ninfe, 1653-1654 circa

olio su tela, cm 97,8 x 104,6

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

acquisito nel 1876 (Inv. n. 406)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Frans Hals, Ritratto di Aletta Hanemans (1606-1653), 1625

olio su tela, cm 123,8 x 98,3

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

trasferito al Mauritshuis nel 1881 (Inv. n. 460)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Rembrandt van Rijn, Canto di lode di Simeone, 1631

olio su tavola, cm 60,9 x 47,9

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

per successione ereditaria al principe Guglielmo V, L’Aia, fino al 1795 (Inv. n. 145)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

Carel Fabritius, Il cardellino, 1654

olio su tavola, cm 33,5 x 22,8

L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

acquisito nel 1896 (Inv. n. 605)

© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis

 

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

 

La ragazza con l’orecchino di perla

Il mito della Golden Age

Da Vermeer a Rembrandt

Capolavori dal Mauritshuis

 

Attorno a Vermeer

I volti, la luce, le cose

 

Bologna, Palazzo Fava

8 febbraio – 25 maggio 2014

 

Orario

da lunedì a giovedì: ore 9-20

venerdì e domenica: ore 9-21

sabato: ore 9-22

 

Info: www.lineadombra.it

 

La Ragazza con l’Orecchino di Perla: un Incontro Disatteso

     

     

     


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