La ragazza dai capelli strani
David Foster Wallace, 1990
Minimum Fax (Trad. di Martina Testa)
340 pagine, 15 euro; ebook 9,90 euro
Se io fossi un lettore più o meno abituale di questo blog, probabilmente mi sarei rotto le palle di leggere, con cadenza grossomodo trimestrale, le farneticazioni riguardanti DFW del proprietario* di questo blog.
Mi sarei rotto le palle della sua (del proprietario* di questo blog) ricerca di rutilanti aggettivi per definire ora questa e ora quell’opera di DFW, e nella fattispecie di questa recensione i racconti riguardanti l’ascesa di una concorrente nello show Jeopardy (Piccoli animali senza espressione), i retroscena della presidenza Johnson (Lyndon), la vendetta di John Billy contro chi gli ha fatto un torto (John Billy), l’amicizia tra una parodia di Patrick Bateman e un gruppo di punk (La ragazza dai capelli strani), l’invito di una celebrità al David Letterman Show (La mia apparizione), e così via.
Essendo il proprietario* di questo blog, e non volendo scontentare i miei (per altro pochi) lettori, ho pensato che per una volta sarebbe forse meglio (e, non lo nego, anche assai meno faticoso) provare a descrivere con le parole di DFW quello che mi ha suscitato la lettura di quest’opera di DFW (e anche delle altre, se vogliamo dirla tutta).
Quindi, da un’intervista presente nella sezione extra dell’edizione Minimum Fax:
Mi sembra che una delle cose in cui riescono gli scrittori davvero grandi – da Carver a Cechov a Flannery O’Connor al Tolstoj della Morte di Ivan Il’ic al Pyncon dell’Arcobaleno della gravità – sia «dare» qualcosa al lettore.
Quando il lettore si allontana dalla vera opera d’arte pesa di più di quando ci si è avvicinato. È più ricco. Tutta l’attenzione e l’impegno e lo sforzo che come scrittore richiedi al lettore non possono essere a tuo vantaggio, devono essere a suo vantaggio. Quello che ha di velenoso e deleterio l’ambiente culturale di oggi è che rende tutto questo tanto spaventoso dal dissuaderci dal farlo. Un’opera davvero grande nasce probabilmente dalla volontà di svelarci, di aprirci a livello spirituale ed emotivo fino a rischiare di provare davvero qualcosa di forte. Significa essere pronti a morire, in un certo senso, pur di riuscire a toccare il cuore del lettore.
Ora prometto di tacere su DFW almeno fino alla pubblicazione di The Pale King in italiano (che si suppone sarà in novembre).
Credete che riuscirò a mantenere la promessa?
Neanche io.
Pro:
- Piccoli animali senza espressione
- La ragazza dai capelli strani
- John Billy
- La mia apparizione
Contro:
- Il racconto Da una parte e dall’altra è forse il solo della raccolta che non mi ha convinto; un po’ avvitato sulla forma sperimentale, incide meno degli altri.
Altri libri di DFW su MondoBalordo:
Infinite Jest
La scopa del sistema
Una cosa divertente che non farò mai più
Brevi interviste con uomini schifosi
Consider the Lobster
*Proprietario? Gestore? Curatore? Cioè, un blog si possiede come un oggetto, si gestisce come un albergo, si cura come una pianta, o che altro?