La ragazza del dipinto, la vera storia di Dido Elizabeth Belle

Creato il 31 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il consiglio di Antonio Valerio Spera

Summary:

Uno dei candidati a spiccare nel panorama indipendente della stagione è senza dubbio La ragazza del dipinto, nuova pellicola della regista britannica Amma Asante, che sorprese tutti un decennio fa con lo struggente dramma A Way of Life (per il quale si aggiudicò un BAFTA come miglior esordio). Il film è ispirato alla vera storia di Dido Elizabeth Belle, figlia illegittima di Sir John Lindsay, ammiraglio della Royal Navy, nata dalla sua relazione con una schiava africana, Maria Belle. Cresciuta nell’ambiente aristocratico del suo prozio Lord Mansfield, Dido viveva giovando dei privilegi dell’alta classe sociale, ma allo stesso tempo il colore della sua pelle non le consentiva di prendere parte a tutti gli eventi dell’aristocrazia. Nonostante questo, grazie all’amore per il figlio idealista di un vicario, diventa il simbolo della sensibilizzazione per la fine della schiavitù.

Il dipinto del titolo italiano della pellicola (quello originale è semplicemente Belle) è quello attribuibile al pittore Johann Zoffany (ora custodito ed esposto allo Scone Palace in Scozia, dove nacque Lord Mansfield) che ritrae la giovane Dido insieme alla cugina Elizabeth Murray. Si tratta di una “merce rara” per l’epoca in cui fu realizzato, perché è l’unico dipinto inglese del ‘700 che mette sullo stesso piano una donna bianca e una di colore. La regista Amma Asante è proprio partita da quest’opera per comprendere il personaggio di Dido: “Ho cercato di trarre dal dipinto tutto quello che era possibile, poi ho fatto molte ricerche”. Ricerche sul personaggio ma anche sul diciottesimo secolo: “E’ un periodo che conosco abbastanza bene grazie alla mia passione per Jane Austen. Tra l’altro uno dei tre progetti a cui ho lavorato in questi anni di assenza dal grande schermo, tutti saltati a causa della crisi economica – racconta la Asante -, era proprio l’adattamento di un suo romanzo, Lady Susan”.

La regista e sceneggiatrice ha messo tutta se stessa in questo lavoro, cosciente che si trattava di una grande opportunità dopo dieci anni di lontananza dal cinema: “i finanziatori del film mi avevano detto che avrebbero concesso i loro fondi soltanto con una sceneggiatura solida e un grande cast. E per me ci è voluto tanto tempo, è diventato un lavoro a tempo pieno, ho scritto anche il giorno del mio matrimonio e durante il viaggio di nozze”.

Anche la scelta degli attori non è stata semplice, ma alla fine il cast messo insieme è davvero invidiabile. Sam Reid, Tom Wilkinson, Emily Watson, Sarah Gadon, Matthew Goode, Tom Felton, Miranda Richardson, Penelope Wilton sono i nomi importanti che la Asante è riuscita ad affiancare alla giovane e promettente protagonista, Gugu Mbatha-Raw. “Gugu ha una grazia innata – spiega l’autrice – e si inserisce perfettamente in un’ambientazione ottocentesca. Ha una bellezza naturale, pura, e poi ha capito perfettamente le emozioni di Dido”. L’obiettivo della regista non era però raccontare una storia alla Cenerentola, non voleva che il film diventasse una love story in costume. Il suo intento era portare sullo schermo una storia d’amore paterno ed esplorare l’identità di Dido, una ragazza con metà sangue “bianco” e metà “nero”, per metà “schiava” e per metà aristocratica, inserendo il tutto in una cornice narrativa che non perdesse di vista lo spettacolo.

Il film così si allontana dal classico dramma in costume e tratta tematiche importanti come la questione razziale, la lotta di classe e la ricerca della propria identità, con uno stile narrativo ed estetico che infonde nuova linfa al genere. Da vedere al cinema dal 28 agosto.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net




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