Questa puntata di "La (ra)gazzetta dello sport" è andata in onda su Radio Fantastica lunedì 21 giugno. L'Italia, ieri, è scesa in campo contro la Nuova Zelanda. E si è ricordata che doveva giocare solo dopo una ventina di minuti. Però ha preso un sacco di botte lo stesso, perché i neozelandesi non le mandavano a dire e, soprattutto, non le mandavano a dare: gomitate, strattonamenti, trattenute. Sembrava un incontro di wrestling, solo che i calciatori sono mediamente carini, mentre i wrestler sono brutti come i cavalieri dell'Apocalisse. Dopo il pareggio della prima partita, abbiamo portato a casa un secondo pareggio che non definirei proprio dignitoso per i Campioni del Mondo che erano particolarmente legati ai due pali della porta della Nuova Zelanda, che hanno toccato la palla molto più di Marchisio. Particolarmente delusi i mille tifosi italiani presenti allo stadio, alcuni dei quali la Rai li ha inquadrati nei loro momenti migliori: c'era uno che era un incrocio tra Cristiano Malgioglio e il Divino Otelma, aveva gli stessi occhiali di Keneu Reeves in Matrix, solo verdi bianchi e rossi. Mandava dolcissimi baci in campo e si muoveva con la stessa grazia di un camionista ceceno. Delusissimo anche un altro tifoso dell'Italia che, a furia di soffiare dentro la sua vuvuzela, era diventato viola in faccia, dello stesso colore della maglia del sostituto di Buffon. Evidentemente, il poveraccio voleva essere inquadrato. Finalmente c'era riuscito. Stava per togliersi quell'aggeggio dalla bocca e, probabilmente, salutare la mamma, quando la ragazza che gli era accanto, appena s'è vista nel maxischermo, gli ha dato una spallata che neanche Materazzi e gli ha rubato l'inquadratura, attaccandoglisi addosso come una balenottera azzurra arenata alla playa. Ma il più sofferente di tutti era il telecronista della Rai, che ho scoperto chiamarsi Salvatore Bagni, l'unico uomo capace di parlare a sproposito per novanta minuti e, soprattutto, di gufare l'Italia meglio, perfino, dei francesi. Ha donato perle di saggezza tipo: «Le partite bisogna vincerle», subito prima del goal della Nuova Zelanda; «Abbiamo le potenzialità per segnare», inaugurando la fortunatissima serie di pali e calci d'angolo; «C'è ancora tantissimo tempo», ed era il trentanovesimo del secondo tempo. In pratica, Bagni è l'avvoltoio sulla spalliera della poltrona del becchino. Comunque, se la Nuova Zelanda passasse il turno sarebbe un problema: i giocatori neozelandesi dovrebbero prolungare le loro ferie, perché hanno un lavoro vero e per giocare li pagano una miseria. Come gli italiani, uguale proprio.
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