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La crisi della “finanza creativa” ha suonato la carica, ha risvegliato coscienze sopite dalla “pancia piena”, ha fatto capire a rilevanti pezzi di società occidentale che il baratro può essere vicino per tutti, molto più di quanto si potesse immaginare.
Non dico che il fatto di correre rischi concreti sulla propria pelle debba essere il solo evento scatenante per un reale impegno da parte degli occidentali, ma certamente avere maggior forza, milioni di persone in più rispetto al passato che si muovono verso un obiettivo comune – una maggiore equità sociale – può portare nella direzione giusta e in fondo più conveniente per tutti.
Le diseguaglianze sociali, il mondo nel quale prevale l’egoismo, l’interesse del singolo a scapito della collettività, lo sfruttamento dei più deboli, il costante arricchimento dei ricchi speculare al progressivo impoverimento dei poveri, l’ansia continua per il profitto quale unica ragione di esistenza, unico motore della società, non possono ancora a lungo continuare la loro corsa.
Ci sono milioni di poveri, e milioni di quasi-poveri, gli uomini che governano il mondo devono prenderne atto ed invertire rapidamente la perversa tendenza che governa i massimi sistemi, per ridare a loro ma non solo, quei criteri di equità che non possono prescindere dalla persona umana.
Il tappo è saltato, è sotto gli occhi di tutti e diversamente non poteva essere, per anni ci hanno chiesto e ottenuto sacrifici, ci hanno convinto che per stare tutti meglio bisognava essere flessibili sul lavoro, produrre il massimo e consumarne altrettanto per far girare l’economia, che la ricchezza – con queste premesse – sarebbe stata per tutti, e invece hanno mentito!
La flessibilità non ha portato lavoro (anzi!), il consumo sfrenato ha portato nuovi poveri, la ricchezza è stata ripartita solo tra pochi…
E non solo, non solo la ricchezza è stata ripartita tra pochi, ma i costi e i sacrifici dell’intera comunità sono stati ripartiti in gran parte sui poveri, una forbice che diventa, giorno dopo giorno, più intollerabile!
I sistemi sociali stanno scoppiando, ne abbiamo avute già le prime avvisaglie, in Italia e nel mondo, dobbiamo ritornare ai bisogni primari dell’uomo, dell’essere umano, che ha delle necessità che non possono essere misurate sulla dimensione della propria ricchezza.
I bisogni primari lo sono per tutti e tutti ne hanno diritto, non è più accettabile che soltanto i ricchi possano accedervi, oggi non più.
L’acqua pubblica, il diritto a essere curati, il diritto all’istruzione, il diritto ad avere un lavoro e con esso una famiglia da poter mantenere dignitosamente, sono per l’uomo e non può esserci una barriera economica all’ingresso, non può!
Alcuni super-ricchi (ma solo alcuni!) si sono accorti che il sistema scricchiola, hanno percepito per tempo che per continuare a fare affari ma anche per evitare disordini sociali – se non qualche fantasma peggiore – la strada maestra è quella che per loro ci siano più tasse, che si facciano maggiormente carico di mantenere una stabilità che permetta a tutti di continuare a consumare e a loro di produrre per il profitto.
Quelli che non se ne sono accorti o che sono in disaccordo, sono pronti ad un’esplosione sociale?
La battaglia e l’impegno di tutti gli uomini di buona volontà dev’essere questo, ed ognuno disponibile a impegnarsi e a lottare contro le resistenze di quei pezzi della società che cercheranno di ostacolare il processo ormai già avviato.
Equità sociale, il conto alla rovescia è partito, la ragione sociale deve a tutti i costi essere ritrovata…
nanni
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