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La Redazione..non è… Zelig!

Creato il 20 dicembre 2011 da Gianpaolotorres

La Redazione..non è… Zelig!

In via eccezionale trascriviamo un’opera del rag.Pier Luigi Quartero,pensionato,che non è in grado di usare il computer.Noi ben volentieri accogliamo qualsiasi opera randagia, in Redazione,se il manuscritto è tale da diffonderlo al nostro vasto pubblico locale ed internazionale,ma a motivo del numero ridotto di personale tra le segretarie,avvisiamo i nostri collaboratori che NON accettiamo testi scritti sulla carta del formaggio o pure in bella copia su foglio di protocollo.Grazie.

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Senza titolo.

Entrato,per caso,nel boschetto dei funghi,mi lasciai condurre dagli incerti sentieri che si aprivano negli spazi lasciati liberi dalle rigogliose felci.

Esplorai così i più intimi e solitari recessi ed infine raggunsi le rive di un tranquillo ruscelletto,dalle acque gorgoglianti,che si rincorrevano accarezzate dai rami protesi di un salice

Lo vidi che galleggiava,ondulando tra i luccichii di un’ansa più calma,ombreggiata ed al riparo delle lame di luce che affondavano nel fitto della vegetazione

Al momento,realizzai che poteva essere lì,da diversi giorni,forse molliccio ed in stato avanzato di decomposizione.

Si era incagliato a ridosso della barriera,che i sottili e flessuosi steli di giunchiglie rendevano insuperabile.

Il debole riflesso, che di tanto in tanto lo sfiorava delineò la sagoma,cilindrica ed il suo colore,vagamente terrigno.

Immobile o quasi,mi offriva beffardamente lo spettacolo della sua lenta agonia.

Il suo ristare,increspava la superficie e produceva anelli concentrici di appena rilevate piccole onde,che allargandosi e frangendosi contro la riva,disegnavano ricami di pizzo.

Aspettavo impaziente che un fiotto fdi corrente,più veloce,potesse trasportarlo più lontano,affinchè i miei occhi,non potessero più rincorrerlo.

D’improvviso,l’esile stelo della giunchiglia che lo tratteneva,si arcuò al pelo dell’acqua,quasi a volergli imprimere una nervosa frustata

Vidi allora,la sua estremità,sollevarsi in direzione del cielo,quasi a voler raccogliere l’ultimo raggio di sole.

E così avvenne:una luce lattima salutò per l’ultima volta la sua presenza

Dondolando e altalenando,principiò la sua lenta discesa,verso il fondo, melmoso,che lo accolse e lo nascose alla mia vista.

Una bolla saponosa,tremolante ed iridescente venne a galla:poi scoppiò in mille piccole gocce puzzolenti.Era questo il segnale che ormai (egli-esso?) aveva traguardato il limite estremo della sua esistenza

Pensai comunque che si fosse meritato quella fine….naturale che fosse così!

In fondo,era nato,vissuto e morto come uno stronzo.

Non si era smentito!

Pier Luigi Quartero.

 


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