Se da un lato lo stress del lavoratore del primo mondo, scandito da impegni, telefoni, riunioni e responsabilità, vere o presunte, è innegabile, ritengo che La regina della casa di Sophie Kinsella sia a rischio rivoluzione, agitazioni dovute e ripetute potrebbero infatti iniziare da tutte le casalinghe e le governanti del pianeta terra.
In sintesi, Samantha Sweeting è un avvocato di Londra, lavoratrice instancabile a un passo dal sogno, sta per diventare socio dello studio legale dove lavora, ma il giorno della nomina viene licenziata per un errore. La giovane stacanovista fugge in preda al panico, e trova rifugio al servizio di una coppia di ricchi borghesi, stereotipati in maniera quasi divertente.
Da avvocato a governante in meno di una settimana, Samantha pur avendo un QI elevatissimo non ha mai stirato, lavato o cucinato in vita sua, eppure riesce a spiccare anche nell’economia domestica, impara addirittura a cucinare in pochi giorni, e, ovviamente, si innamora del giardiniere.
Pur apprezzando lo stile sempre impeccabile e fresco dell’autrice, La regina della casa è, a mio avviso, a rischio rivoluzione. Imparare a governare una casa, affrontare con successo l’alta cucina, pulire i bagni, stirare, lavare, e preparare stuzzichini, il tutto per dei datori di lavoro a tratti democratici, altri capaci di dar filo da torcere al peggiore dittatore, in un paio di settimane, è surreale. Indipendentemente dall’intelligenza, la famosa pratica subisce un duro colpo. Non solo, ritenere che il lavoro casalingo sia meno faticoso e stressante dell’affarista o avvocato è una certezza vacillante, personalmente andrei a chiederlo alle dirette interessate prima di sparare giudizi.
Lettura estiva da prendere con le pinze, rischiamo di ritrovarci tutti a fare l’inchino mentre serviamo il caffè e civettiamo con il giardiniere, che, senza offesa, non sempre è bellissimo, intelligentissimo, bravissimo, dolcissimo e molto single.
Titolo: La regina della casa
Autore: Sophie Kinsella
Editore: Mondadori
Prezzo: 9,50 euro
Anno: 2007