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La Règle du jeu - La regola del gioco

Creato il 07 luglio 2011 da Robydick
La Règle du jeu - La regola del gioco1939, Jean Renoir.
Film proposto dalla cara amica Petrolio (aka Milena) che di Renoir, insieme a me, curerà una vera e propria rassegna. Non mi tiro certo indietro ad una proposta simile! Intanto le "lascio il boccino", sentiamo cosa ci dice di questo che è un Capolavoro a detta di chiunque si interessi di cinema.

Petrolio:
Miseria e nobiltà, illusione e realismo, facciata e verità. Questo racconto è il film dei film, come disse un altro grande. È il quadro che si dipinge davanti ai nostri occhi in tempo reale a colori vivi… ma è in bianco e nero! Perle ai porci! Inutile cercare di rendere la bellezza allo sguardo fisso di creature impagliate: la stessa indifferenza, la medesima apatia, tipica degli esemplari, qui mirabilmente descritti e illustrati, di una razza, quella umana non meno morta, non meno fredda e distaccata. C'è la rappresentazione di una società in pieno sfacelo, in caduta libera e mentre sono a un passo dal baratro, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, pur sull'orlo, e con un piede già in bilico, ostinati e tronfi, gonfi, tacchini riempiti di sdegno, disprezzo nei confronti delle azioni altrui, senza alcuna considerazione della propria miserevole condizione, precipitano insieme agli eventi e alla loro grama esistenza. Tutto si sta spegnendo, tutto scorre verso la più completa ignominia, e ci si incanta e si inorridisce alla vista della grande e spaventosa apatia del padrone di casa, imperturbabile esempio della caduta imminente di intere classi votate all'apparenza, guidate dal desiderio della caccia, della conquista, nel nulla assoluto. Riuscire a decifrare i volti, le espressioni, i moti dell'animo, l'etica e i valori tutti celati dai trucchi della borghesia e succubi dei dettami delle convenzioni, sostituiti dalla ragione bieca e squallida, quasi farsesca, ben giocata dai vari personaggi, è uno spasso e un esercizio utile e sanissimo. Tutto scombinato, tutto capovolto, le regole classiche distrutte al pari di quelle sociali che dovrebbero normalizzare i contrasti, le illusioni e le sconfitte… al contrario, la regola assoluta è non scritta, trasmessa non si sa con quali modalità, sublimata nel mutismo e celata dietro la maschera dell'ipocrisia. Vinta e persa, la partita della vita.
Genio e sregolatezza.



Robydick:
La Règle du jeu - La regola del gioco
La Règle du jeu - La regola del gioco
Il Grande che cita Milena e che disse che questo è "Il film dei film" è François Truffaut, certo un personaggio che merita credito. Come si legge dal frame qui sopra, la vicenda è ambientata l'anno stesso di uscita del film, quel 1939 che in Francia come nel resto d'Europa ha chiaro che la guerra è ormai imminente. Dice benissimo Milena: "...a un passo dal baratro", e anche tutto il resto che dice trovo sia ineccepibile, mi limito ad aggiungere mie considerazioni personali.
Anzitutto da wiki uno straccetto di trama: "Alla fine degli anni trenta delle persone appartenenti all'aristocrazia e all'alta borghesia si ritrovano nel castello del marchese de La Chesnaye per trascorrere il fine settimana. Gli amori dei potenti si intrecciano con quelli dei loro domestici finché è commesso un omicidio.". Poche parole che bastano a descriverlo senza rovinarne la visione.
Il film in realtà è una "commedia-affresco" di condizione umana e, ripeto, Milena l'ha magnificamente descritto. Tra le cose che mi hanno colpito è l'assoluta parità che c'è tra gli aristocratici e i domestici, nel senso che la ricerca, il bisogno d'amore non conosce classe e a causa di questo si fatica a volte a distinguerli. Parafrasando il grande Antonio De Curtis, vien da dire che "L'amore, come la morte, è una Livella". C'è poi l'aspetto più difficile da comprendere, che lascia ammirati ma anche un po' sgomenti, e cioé quelle rivalità in amore che diventano, in continuo mutare, astiosità poi complicità, sfide anche violente poi amicizie, in un trionfo di dialoghi degni di opere come "Le affinità elettive". Per fare paragoni nel cinema penso a capolavori come "Le due inglesi" e "Jules e Jim", pregni come questo di romanticismo e non a caso del maestro francese già citato, o anche "America oggi", per la coralità della vicenda, sono sicurissimo che Robert Altman questo film lo conosce a memoria.
Inquadrature mai scontate o ripetitive, macchina da presa affatto statica, è un film sorprendentemente moderno, non sembra avere gli anni che ha, merito anche della versione restaurata della pellicola in epoca recente.
Da restare incantati, visione obbligatoria.
La Règle du jeu - La regola del gioco
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