Magazine Psicologia

La relazione terapeutica: una metafora per capire

Da Silvestro
A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma Spesso la psicoterapia è descritta come un viaggio che ha come protagonisti il terapeuta e il paziente e come meta la conoscenza di sé, l’acquisizione di un altro punto di vista, l’analisi delle difficoltà, delle proprie capacità e risorse per superarle, il rinascere della riflessione, del pensiero e del piacere pensare a se stessi.  Si tratta di un percorso molto particolare, una strada che due estranei percorrono divenendo compagni di un viaggio all’insegna della scoperta reciproca, dove ognuno cede un pezzettino di sè per accogliere parti dell’altro. E’ la creazione di uno spazio protetto, fatto di fiducia abbandonica, di rassicurazione e di riflessione, in cui l’appuntamento che ci si dà è l’appuntamento per condividere, accogliere, ascoltare e non giudicare.
Una celebre favola di Saint-Exupéry, “Il Piccolo Principe” (1943), offre una bella metafora dello stabilirsi di questo particolare legame affettivo e conoscitivo tra terapeuta e paziente.
Il brano è il seguente:La relazione terapeutica: una metafora per capire

 ..In quel momento apparve la volpe.

-Buon giorno-, disse la volpe. -Buon giorno-, rispose gentilmente il piccolo principe (.). -

-Vieni a giocare con me-, le propose il piccolo principe, -sono così triste.-

-Non posso giocare con te-, disse la volpe, -non sono addomesticata- (.).

-Che cosa vuol dire .addomesticare.?- (.)

E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”-

- Creare dei legami?-

-Certo-, disse la volpe -Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo- (.).

-Comincio a capire-, disse il piccolo principe. -C’è un fiore.credo che mi abbia addomesticato.-(.)

-Non si conoscono le cose che si addomesticano-, disse la volpe.-Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico,addomesticami!-

-Che bisogna fare?-, domandò il piccolo principe.

.Bisogna essere molto pazienti-, rispose la volpe. -In principio tu ti sederai un po. lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell.occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino.-

Il piccolo principe ritornò l’indomani.

-Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora-, disse la volpe. -Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.Ci vogliono i riti.-

-Che cos’è un rito?-, disse il piccolo principe.

-Anche questa è una cosa da tempo dimenticata-, disse la volpe. -E. quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. (.).

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina: -Ah!-,disse la volpe, -piangerò- (.) Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto-. .

-Addio-, disse. -Addio- , disse la volpe.

-Ecco il mio segreto, è molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi-. (.) E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante-. (.) Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa

Il crearsi della relazione terapeutica è un processo lento, graduale e molto delicato: ogni giorno, attraverso il rito dell’appuntamento e le riflessioni che si portano a casa,  ci si avvicina un pò di più fino per imparare a parlare e a “vedere col cuore” perché, a volte, “l’essenziale è invisibile agli occhi” e  uno degli scopi della psicoterapia e del viaggio dentro di sè, è proprio rendere visibile agli occhi del paziente ciò che ancora non lo è, ma che si fa sentire attraverso le difficoltà e le problematiche che lo hanno condotto in terapia. Nella relazione terapeutica si impara dunque a vedere col cuore, a sentire le emozioni nella pancia, ad ascoltare i nostri bisogni e a trovare quello che per noi è essenziale ma che per molto tempo è stato invisibile ai nostri occhi, troppo abituati a guardare altrove.

(Ultimo articolo pubblicato “Disturbi d’ansia: quali farmaci?” ) 

<a href="http://polldaddy.com/poll/5053276/">View This Poll</a><br /><span style="font-size:10px;"><a href="http://polldaddy.com/features-surveys/">online surveys</a></span>

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :