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La "Repubbblica der Webbe" di Grillo & Casaleggio. le vannemarchi di nuova generazione

Creato il 22 marzo 2013 da Tafanus

Casaleggio-grillo
VanneMarchi: il Ritorno

C'è una notizia vecchia e una nuova. C'è un video che gira da cinque anni – rispolverato solo in questi giorni sui social – della Casaleggio e Associati. Poi c'è un comico che ora deciderà le sorti dell'Italia (un altro rispetto a quello che lo ha fatto negli ultimi 20 anni) che urla come un pazzo invocando trasparenza e fludità decisionale, partecipazione totale dei cittadini, in Parlamento e non, e l'abbattimento di ogni prassi e privilegio della vecchia casta.

Mettendo insieme le due cose, non sappiamo se ciò che ci aspetta sia la Terza Repubblica con più donne e giovani in Parlamento e sempre meno burocrati (sembra una canzone di Toto Cotugno) o un brutto film di fantascienza.

Ma andiamo per ordine cronologico. C'è un (brutto) video di propaganda sul sito di Casaleggio. Anzi due.

Il primo, Gaia, ci prospetta la visione del futuro del mondo e della politica del guru con il viso di Yoko Ono e i capelli di Patty Smith.

Il secondo ha una struttura identica, ma riguarda il futuro dei media. Ed è più brutto e spaventoso, in tutti i sensi, dello strascult di Ridley Scott uscito nelle sale lo scorso anno.

Vi invitiamo a vederlo: racconta il passato del nostro pianeta con la superficialità propria solo dei più raffinati e spudorati video di propaganda (ricorda alcune idee degli spot referendari a favore di Pinochet in Cile in occasione della consultazione popolare che lo destituì) e poi prospetta un possibile futuro. In Gaia Casaleggio ci dice che se l'Impero Romano, Gengis Khan, Savonarola, Martin Lutero, Benito Mussolini e Leni Riefenstahl hanno avuto successo è stato solo perché hanno messo in atto la pratica del network. Chi nelle strategie colonialiste, chi in quelle belliche, chi in quelle delle diffusione delle lettere aperte – i due religiosi: uno le diffondeva a Firenze, l'altro le affiggeva -, chi come il dittatore italiano o la regista tedesca, con la radio e il cinema. Poi, non contento, ci dice che nel 2020 ci sarà la terza guerra mondiale con armi batteriologiche, nel 2040 e dopo la riduzione della popolazione mondiale ad un miliardo di persone. l'Occidente vincerà la guerra e poi arriverà un mondo in cui Gaia controllerà tutto, nel nome della bellezza dell'ideale casaleggiano.

Si può guardare più volte, ma l'impressione è sempre la stessa: sembrano le farneticazioni di una setta religiosa.

Con Prometeus (più vecchio d'un anno rispetto a Gaia), poi, ne hai la certezza: si comincia con l'uomo è Dio, si finisce immaginando una rete globale in cui “l'esperienza è vita”, in cui nessuno può nascondersi agli altri, in cui tutto è controllato e controllabile, in cui il mercato più proficuo è quello della vendita della memoria. Gaia e Prometeus diventano macrostrutture in cui l'assenza di diversità – non a caso la campagna elettorale di Grillo non parla di immigrazione, di generi, di religioni, di omofobia – diventa l'unica strada verso la pace, in cui l'affidarsi a queste realtà iperuraniche basate sulla potenza straordinaria di internet, giustifica la passività totale dei cittadini rispetto ad esse. Altro che trasparenza, è annichilimento e tabula rasa del passato - tra l'altro volontaria, perché sarebbero i cittadini stessi a dover rinunciare alla propria cultura, identità e passato, come se questo fosse plausibile in un mondo in cui attualmente i conflitti, anche culturali, si fanno più duri.

Se davvero volessero la democrazia per tutti, ci mostrerebbero in streaming, in diretta mondiale addirittura, le loro riunioni politiche. E invece, come una DC qualsiasi, come una P2 d'annata, si nascondono, “complottano”, temono di essere spiati e le loro divisioni, se ci sono, le regolano come una qualsiasi massoneria. Perché basta guardare quei video, per capire quale sia il reale modello di governo sognato dai due. Trasparenza a senso unico: Gaia e Prometeus possono vedere e controllare tutto, come Grillo e Casaleggio. Con quei dodici minuti e i due corti si potrebbe metter su un romanzo distopico bruttino e già visto. Ma molti pensano che sia il futuro. E su Twitter, social caro ai grillini nell'ascesa, già cominciano le prese in giro.

E così l'impressione è che da Publitalia, la tv e Berlusconi siamo passati alla Casaleggio associati, internet e Grillo. Tutto fondato sull'assenza di riflessione, l'azzeramento di un tessuto socio-politico in favore di uno fondato su una fruizione binaria, passiva e prolungata (la tv prima e internet ora li fruiamo per ore e come dimostra il video e il testo di Hitler modificati per sembrare “grillini” o la fiducia che si dà a Wikipedia, ormai sono fonti primarie), una visione orizzontale nel pensiero e verticale nelle gerarchie di potere. La democrazia inizialmente prevista dal filmato infatti, non contempla che ci sia un vero controllo della centrale della rete, sia essa fisica (un leader) o virtuale, effettivamente niente di più comodo che dominare un pianeta che ha deciso di delegare il proprio futuro ad un'entità unica ed incontestabile.

Ma soprattutto lo scenario ipotizzato dà per scontato che in fondo tutti i cittadini del pianeta siano in grado di esprimere il loro voto partendo da strumenti critici paragonabili, dallo stesso livello di conoscenza dei problemi e nell'interesse collettivo. Prendete il rapporto del 2011 dell'UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) e scoprirete che il tasso di alfabetizzazione in Yemen è al 62,4%, in Bangladesh al 55,9% e in Guinea al 39,5%. Quel terzo mondo che nel risiko casaleggiano viene ignorato, in favore dei poteri forti che tutto dovrebbero governare (si pensi all'accenno al colosso futuribile Earthlink). Il primo ad ignorare la questione, a non capire che nel loro mondo ideal-virtuale a comandare sarebbe solo un'oligarchia, come sempre, è dunque Grillo. O forse no.

(Fonte: Boris Sollazzo - Blogo.it)

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I "Protocolli dei Savi" di Gaia (di Enrica Murri - l'Espresso)
Complotto universale. Millenarismo. New Age. Ecco le radici del video manifesto del guru di Beppe Grillo. Tra Profezia e Rete
 
L'apocalisse prossima ventura, che sconvolgerà la Terra e plasmerà superstiti eccellenti, ha scadenze e date precise. Nel 2018, praticamente dopodomani, il mondo sarà già diviso in due: a Ovest la democrazia diretta via Internet, a Est un sistema totalitario con accesso a Internet limitato.

Nel 2020 tra i due blocchi scoppierà la terza guerra mondiale che durerà vent'anni e farà 6 miliardi di morti, mentre il mare si solleverà di 12 metri. Nel 2040 il miliardo di superstiti avrà un'identità certificata soltanto dalla Rete.

Ma bisognerà arrivare al 2054 perché il sistema si perfezioni con la prima elezione via Web per il governo di una comunità mondiale che avrà abolito partiti politici, ideologie e religioni.

Non si tratta di un inedito di Philip K. Dick, con la sua narrativa visionaria, né di una storpiatura dell'incubo virtuale di "Matrix", ma di un video seriamente pensato e diffuso, senza tema del ridicolo, con il titolo "Gaia. Il futuro della politica". Circola dal 2008 ma solo recentemente, con l'affermazione del Movimento 5 Stelle, è riemerso dalla paccottiglia simile che affolla Internet. Lo sciamano informatico che l'ha ideato, Gianroberto Casaleggio, comproprietario con Grillo del marchio del movimento e suo ideologo, ha dettato in questo modo le coordinate che porteranno alla democrazia liquida cosmica.

Prendiamo allora sul serio (ignorando le parodie già circolanti) questo manifesto politico che, pur somigliando a un videogame, ha radici profonde nell'esoterismo, nell'occultismo, nelle filosofie new age e soprattutto nel complottismo, cioè nella convinzione che i più importanti eventi storici siano il risultato di cospirazioni segrete, spesso riunite in quello che viene chiamato "Il grande complotto universale".

Non che sia una novità. Gli Usa se ne nutrono da sempre, tanto da far scrivere nel 1964 allo storico Richard Hofstadter che «la paranoia e la certezza dell'esistenza dei complotti hanno caratterizzato gli Stati Uniti fin dalla rivoluzione americana». In epoca recente la fantasia persecutoria va sommandosi ai classici dell'inverosimile (lo sbarco sulla Luna costruito in un set cinematografico, le Torri Gemelle abbattute dallo stesso governo americano), sostenendo che l'uragano Katrina è stata una tardiva vendetta giapponese per Hiroshima o che la strage nella scuola elementare del Connecticut, dove sono morti 28 bambini, è stata una montatura di Barack Obama per piegare la lobby delle armi. Per non parlare di "Zeitgeist", documentario di Peter Joseph che dal 2007 fa il giro del Web, vera summa del pensiero complottista che ha le sue idee forza nella lotta al signoraggio bancario e nella dimostrazione che tutti gli attentati sono autoattentati.

L'Italia non è da meno sia nel chiacchiericcio propalato da Internet, del tipo scie tossiche diffuse dagli aerei per avvelenarci tutti, sia nel filone storico-giudiziario che vede gli ultimi decenni scanditi da cospirazioni (strage di Stato, golpe Borghese, P2, strategia della tensione, grandi vecchi, dietrologie varie) quasi sempre non provate fino in fondo ma ormai profondamente radicate nel sapere comune.

È però la prima volta che un delirio futuribile cerca una sponda di propaganda nel campo aperto della politica, lanciando a migliaia di militanti, e a milioni di elettori ignari, il progetto di un nuovo mondo felice. Come se ne può valutare l'effetto, specie in tempi di incertezza etica come questi? Forse non tutti hanno l'ingenuità imbarazzante del neo deputato grillino Paolo Bernini, che in televisione si dice convinto che forze oscure inseriscano microchip nei corpi umani per controllarli. Ma certo pochi hanno la sapienza di Umberto Eco, grande appassionato del tema, che fa notare come la teoria dei complotti escluda dalla storia «la complessità, l'imprevisto, la serendipità, la libertà del caso, le astuzie della ragione, l'eterogenesi dei fini», lasciando soltanto la paranoia.

Protocolli-dei-savi
Del resto è stato proprio Eco (insieme a Carlo Ginzburg) a distruggere il mito fosco dei "Protocolli degli anziani savi di Sion", padre di ogni pamphlet antisemita, collocandone la genesi nell'epoca del trionfo dell'illuminismo e della borghesia raziocinante. La matrice è quella de "Il dialogo all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu", pamphlet di Maurice Joly contro Napoleone III, in realtà storia di una grande cospirazione ai danni del popolo, che impose il messaggio: se state male e c'è qualcosa che non comprendete del mondo, è perché forze oscure operano alle vostre spalle.

Ed è proprio la potenza di contagio di questo atteggiamento, come ha ben ricostruito Luigi Zoia nel saggio "Paranoia. La follia che fa la storia" (Bollati Boringhieri 2011), a essere pericoloso perché quando «fuoriesce dalla patologia individuale e infetta la massa, imprime il suo marchio nei pogrom, nelle guerre e nei totalitarismi». Così, a rischio di fare paragoni estremi, va detto che l'aspetto paranoico del video di Casaleggio, piuttosto evidente anche ai più profani, richiama un testo di tanti anni fa, scritto alla vigilia della seconda guerra mondiale da Roger Money-Kyrle, un allievo di Freud, acuto osservatore della psiche collettiva.

Nel suo "La psicologia della propaganda", Money-Kyrle descrive un clima europeo cupo, segnato dalla grande depressione che era cominciata in America e che in Germania si era sommata alla deriva politica del dopo Weimar. In situazioni del genere, osserva lo studioso, si diventa sensibili a ogni suggerimento che faccia appello alla giusta indignazione e ci convinca di essere maltrattati da nemici esterni che ci fanno proditoriamente del male. E poiché ognuno di noi deve tenere a bada «un nemico interno immaginario» più o meno persecutorio a seconda della propria storia personale, si troverà sollievo proiettando all'esterno un colpevole e rifugiandosi nell'autocommiserazione collettiva. Chi, con il potere indotto dalla propria potente paranoia, saprà dirottare l'odio verso un oggetto riconoscibile (nel caso tedesco, il complotto ebraico e l'Inghilterra) avrà poi buon gioco a proporre un esaltante progetto di un mondo nuovo. «La malinconia precedentemente indotta si trasforma in paranoia e la paranoia in megalomania», conclude Money-Kyrle.

Cercare conforto in uno studioso contemporaneo per farci dire che, come oggetto d'odio, la casta di oggi non è paragonabile al complotto giudaico di ieri, aiuta fino a un certo punto. «Ho visto quel video con un disagio crescente», dice Adolfo Pazzagli, psichiatra di fama e presidente della Associazione Italiana di Psicoanalisi, «c'è l'organizzazione di un delirio condiviso che non si cimenta con la realtà ma la modifica, esaltando la scissione tra idealizzato e persecutorio: un miliardo di buoni e 6 miliardi di cattivi che verranno sconfitti. Purtroppo gli uomini hanno l'abitudine di non pensare che siamo tutti un po' cattivi e cadono nella trappola perversa di nuove ere felici. Spesso fermare queste derive è difficilissimo perché nessuno ascolta chi dice che per cambiare il mondo ci vuole fatica e pazienza».

Resta inoltre l'incognita su che cosa può produrre l'incontro tra questi messaggi e la comunicazione globale nell'era di Internet. «È l'aspetto inedito della questione», osserva Pazzagli, «in comunità semplici il cattivo è il vicino di casa, l'abitante della contea limitrofa, il tifoso dell'altra squadra, ma via via che ci si conosce l'odio si stempera naturalmente. Oggi però si comunica e basta, senza possibilità di conoscersi, e il nemico non ha connotati precisi: si va dai vecchi partiti per i grillini alla casta, alle banche, ai complotti mondiali».

Finora, e per fortuna, la visione mistica e apocalittica di Casaleggio si è incontrata soltanto con quella provinciale di Beppe Grillo e non è dato sapere se ha fatto proprie anche le certezze complottiste-sanitarie del comico:

l'Aids è la più grande bufala del secolo, il cancro guarisce con la cura Di Bella, i vaccini inducono l'autismo. Ovviamente perché le case farmaceutiche impongono brutalmente i loro interessi, a imitazione della Trilateral o del Gruppo Bilderberg.

Avevamo premesso che avremmo preso sul serio il filmato sull'avvento di "Gaia", che pure ha tutte le caratteristiche per prestarsi all'ironia. Se l'abbiamo fatto è perché avevamo visto anche il video precedente, "Prometeus", messo in circolazione nel 2002 e poi cancellato dal sito della Casaleggio Associati, ma facilmente rintracciabile su YouTube. Vi si descrive la rivoluzione dei media, dove tutto svanisce, radio, tv, pubblicità, libri e giornali, ma tutto rinasce su Internet, dove ci sarà un unico quotidiano scritto da migliaia di giornalisti, Wikipedia sarà l'unica fonte di sapere, la memoria personale sarà condivisa e commercializzata. Volevamo fare in tempo a lasciare qualche traccia di senso in un giornale di carta, anche perché la voce narrante di "Prometeus" parla dal futuro. Tanto per ribadire che tutto sta già accadendo.

Espresso


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