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Repubblica non può dire quello che pensa del Jobs Act perché dovrebbe ammettere che il suo nuovo beniamino, “Matteo”, sta facendo la stessa riforma che Rep. (il Circo Massimo, Cofferati, le bandiere rosse, la Cgil: ah, che tempi, ah, che ricordi) ha considerato per una vita come una oltraggiosa riforma berlusconiana (che oggi è la posizione di Bersani, che non a caso è il candidato appoggiato da Rep. alle primarie del 2012). E dunque no: della riforma meglio non dire troppo, meglio parlare senza commentare. Il Corriere, dall’altra parte, perché invece dovrebbe ammettere che, caspita, la riforma Renzi è la riforma che gli editorialisti di Via Solferino chiedono da una vita, e Dio solo sa quanti editoriali Pietro Ichino e Mario Monti hanno scritto, sul Corriere, sulla necessaria abolizione dell’articolo 18 e sulla necessaria introduzione della flessibilità non solo in entrata ma anche in uscita (e non a caso fino a qualche tempo fa l’ex responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, paladino della difesa dell’articolo 18, veniva trattato dal Corriere con sufficienza e quasi disprezzo antropologico).
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Cercasi editoriale di Ezio Mauro e Ferruccio De Bortoli.