A Lady Gaga, maestra dello shock, questa volta è andata male. Costretta a pubblicare in anticipo il nuovo singolo a causa del tradimento del solito fedelissimo che ha passato il brano ai pirati del web, la star ha dovuto svelare così la sorpresa che aveva infilato nell’uovo di Pasqua dei fan e che certo avrebbe lanciato qualche scossa tra i cattolici. Due dettagli raccontano un intero progetto. Il titolo della canzone: Judas. La data inizialmente scelta per l’uscita mondiale: oggi, il martedì della settimana santa legato al tradimento di Giuda. Provocazione, o in ogni caso semplice strategia di mercato.
Oggi le radio avrebbero diffuso la voce di Lady Gaga cantare il suo innamoramento per il traditore per antonomasia, colui che vendette Cristo per 30 denari. E nel videoclip che ne seguirà, secondo i rumours, dovrebbe apparire nei panni di una novella Maddalena. Sebbene la sorpresa non sia riuscita, l’effetto è comunque assicurato. Ecco un primo passaggio del testo: “Mi sono innamorata di Giuda… gli laverò i piedi con i miei capelli… Lo perdonerò quando la sua lingua mentirà al suo cervello, anche dopo che tre volte mi avrà tradito”.
Ma Judas, se ci si sforza di andare oltre l’uso dell’iconografia cristiana, offre altre chiavi di lettura. Più avanti sembra raccontare del debole femminile per l’uomo inaffidabile. “Voglio amarti, ma c’è qualcosa che mi spinge lontano da te. Gesù è la mia virtù, Giuda è il demonio a cui mi aggrappo”. Ma il verso, anche poeticamente, più intenso è un altro: “Ho imparato che il nostro amore è come un mattone. Costruisce una casa o affonda un corpo morto”, la più ardente delle passioni può indurre al bene o al male, verso la luce o verso la perdizione. Lady Gaga, a un certo punto, afferma di voler “abbattere” quel “re senza corona”.
Lasciando da parte ogni giudizio sulle strategie commerciali dietro il fenomeno Lady Gaga, Judas è un brano su cui riflettere a mente fredda. Anche se per ora le reazioni sono prevalentemente di offesa. Negli Usa l’allarme era scattato non appena era stato diffuso il titolo del nuovo singolo, senza che ne fosse stata ascoltata ancora una nota. Bill Donahue, presidente della Catholic League for Religious and Civil Rights, aveva commentato: “Lady Gaga continua a scioccare I cattolici e i cristiani. Cerca di utilizzare l’iconografia cristiana per bilanciare le sue performance senza talento, banali e noiose. Si tratta di un’altra cattolica che ha perso la testa. E’ questo il modo con cui questa ragazzetta può accendere le sue performance? Non è casuale che ci stiamo avvicinando alla Settimana Santa e alla Pasqua”.
Ci sono poi i fenomeni isterici. In queste ore, dopo la pubblicazione di Judas su iTunes, una ragazza americana ha caricato un suo video su YouTube in cui, guardando in camera, scongiura i coetanei di non ascoltare Judas perché si va all’inferno, crollando subito dopo in un pianto disperato. Dall’America all’Italia, dove domani, davanti alla Basilica di Santa Croce a Firenze, è in programma il galà dei Trl Mtv Awards. E dove la semplice “ipotesi” della proiezione di un video “blasfemo” di Lady Gaga, smentita dalla produzione, impone al rettore della basilica, padre Antonio Di Marcantonio, di lanciare l’allarme spalleggiato dal sindaco Matteo Renzi.
E’ del resto ancora fresco il ricordo di un altro, discusso videoclip, Alejandro, in cui Lady Gaga vestita da suora ingoiava le gemme di un rosario, rinnovando il subbuglio creato da Madonna che baciava il Cristo nero in Like a Prayer. E forse serviranno a poco le parole di Laurieann Gibson, direttrice creativa di Lady Gaga, che garantisce: in Judas non c’è alcuna volontà di offendere chi crede – tra cui Laurieann include se stessa -, aggiungendo il racconto di un episodio, a suo dire, “illuminante”.
Durante la lavorazione del brano e del videoclip, rivela la Gibson, “siamo passati attraverso molti cambiamenti e discussioni notturne perché, a un certo punto, si erano create due visioni completamente differenti. La mia era questa: ‘Non voglio che un fulmine mi polverizzi! Io credo alla parola di Dio e non andrò oltre’. Ebbene, avere quel genere di conversazioni sulla salvezza, sulla pace, sulla ricerca della verità, in una stanza occupata da credenti e non, per me è stato come scoprire che Dio c’è ed è attivo. Non vogliamo toccare cose che non abbiamo il diritto di toccare, ma l’ispirazione e l’anima, e l’idea che ci si può ritrovare sotto una luce meravigliosa sfuggendo alla propria oppressione, alla tenebra, al proprio Giuda. Mai arrendersi”.
Rassicurante, al punto da rendere ancora più trasgressivo il candido sorriso di John Lennon quando affermava sicuro che i Beatles erano più famosi di Gesù.
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