L’attesa è spasmodica. Berlusconi ha riunito l’ultimo consiglio dei ministri, ha pranzato con Monti, ha assistito all’ok definitivo al DDL stabilità. La folla a palazzo Chigi cresce, il popolo viola invia gli inviti per il “Bye bye Silvio” party mentre echeggiano canzoni e vengono esposti cartelli.
Manca solo che lui, Silvio Berlusconi, rassegni le dimissioni, e il popolo del Web non vede l’ora.
Da Facebook a Twitter a Google+, negli ultimi due giorni non si è parlato d’altro: c’è voglia di rinascita.
E se Obama aveva ammaliato tante persone con lo slogan “Change”, noi ne abbiamo coniato uno tutto italiano: “Rimontiamo”, che è l’anagramma di Mario Monti e che è diventato l’hastag che, più di ogni altro, ha spopolato su Twitter.
Quello di Berlusconi, “L’unico boss virile”, suonava come una barzelletta.
“Rimontiamo” suona invece come un grido liberatorio verso il passato e di speranza verso il futuro, e si moltiplica in Rete attraverso migliaia di messaggi.
C’è chi lancia segnali di apprezzamento per Monti, economista europeista; chi caldeggia il Governo tecnico al di sopra di ogni compromesso; chi non vede l’ora di intraprendere un percorso che, sebbene in salita, dovrà essere lo stesso per tutti e chi, infine, si concentra sulle facce che non si vedranno più: Brunetta e Gelmini in primis.
E poi, da bravi italiani, un fiume in piena di ironia: “Su Canale5 in onda adesso Avanti un altro. Che avesse capito anche Mediaset?” (@9cento); “Questa sera per festeggiare il bunga bunga lo faccio io” (@QuiLaSelli); “E noi che siamo italiani, abbiamo un sogno nel cuore: Berlusconi a San Vittore” (@ciropellegrino); “Berlusconi atteso a Palazzo Grazioli, ma potrebbe entrare da dietro. Per chiudere all’insegna della tradizione” (@rinhello).