Poichè Lancillotto, dedito com'era alla regina Ginevra non avrebbe mai sposato un'altra donna, si dovette ricorrere ad un incanto. La vecchia nutrice della principessa Elena fece bere al cavaliere un filtro per il quale egli ebbe l'illusione di vedere nella fanciulla l'amata Ginevra; allora consentì a sposarla.
Cessata però l'azione del filtro, Lancillotto si avvide dell'inganno, e subito lasciò la principessa avvertendola che non lo avrebbe più riveduto. Elena accettò rassegnata il suo destino, e, quando nacque un figlio, lo chiamò Galaad dedicandosi poi amorosamente alla sua educazione.
Frattanto, in un altro castello, una dama vedova allevava con eguale amore l'unico figlio rimastole, Percival o, come viene chiamato nelle leggende tedesche, Parsifal. Quella dama aveva perduto il marito e gli altri figli in combattimento, e voleva che quest' ultimo crescesse in semplicità d'animo ignorando l'esistenza della cavalleria e delle guerre.
Giunto a corte, Percival fu accolto cordialmente. Una damigella della regina, che era muta, presolo per mano lo condusse fino al Sedile Pericoloso, lo fece sedere alla destra di esso e, ricuperando improvvisamente la parola, annunciò che egli sarebbe stato l'amico del cavaliere purissimo destinato a sedersi sul seggio che nessuno aveva ancora occupato.
Tre anni dopo, mentre i cavalieri di Artù erano attorno alla Tavola Rotonda, apparve un vecchio conducendo un giovane cavaliere in armi rosse, lo guidò fino al Sedile Pericoloso e, fattolo sedere, annunciò:
" Questi è il cavaliere destinato a sedersi al sedile vuoto di questa Tavola, che è la terza dopo quella istituita da Nostro Signore e quella del vescovo Giosefeo. Egli scoprirà il santo Graal e porrà termine ai tempi avventurosi"Grande fu la gioia di Lancillotto nel riconoscere in lui suo figlio. Allora Galvano si alzò affermando che, comunque, sentiva il dovere di andare anche lui alla ricerca del Graal perchè era quella l'ultima impresa che poteva presentarsi a un cavaliere. Tutti gli altri cavalieri della Tavola Rotonda fecero altrettanto, così che tutti abbandonarono Artù per mettersi alla ricerca del vaso divino.
Per quasi tutti la ricerca fu triste: essi si combatterono fra loro senza riconoscersi e molti perirono perchè non erano degni della grande impresa. Lancillotto fu meno sfortunato: incontrò suo figlio Galaad e con lui rimase un mese su una miracolosa navicella, in meditazione e in preghiera, finchè un bianco cavaliere non avvertì Galaad che doveva separarsi dal padre per portare a termine la sua avventura.
Rimasto solo, Lancillotto giuse al castello di Corbenico, e là potè scorgere una sala illuminata nel cui centro era il Graal coperto da un velluto scarlatto mentre mistici canti risuonavano intorno. Ma non gli fu concesso di vedere di più perchè il suo cuore, tutto dedito a Ginevra, aveva trascurato l'amore divino.
Anche Galvano giunse a Corbenico ed ebbe mistiche visioni, ma il suo cuore era troppo legato alle passioni terrene per poter vedere di più e, il mattino dopo, si svegliò lungi di là, in una landa deserta. Galaad, dopo molte avventure incontrò Percival e con lui proseguì alla ricerca per cinque anni. Infine si unì a loro Bohort, cugino di Lancillotto, e con loro giunse al castello di Corbenico. Condotti nella sala del Graal, apparve il vescovo Giosefeo su di un cocchio trainato da quattro angeli, e poi si presentò, sfolgorante di luci, il santo Graal senza alcun velo.
La grande avventura era ormai finita. Il giorno dopo Galaad, Percival e Bohort, recatisi sulla spiaggia, videro una nave in cui, su una tavola d'argento, era il Graal: essi dovevano adesso riportarlo a Sarras, in oriente, da dove il sacro vaso era partito.
A Sarras, Galaad fu eletto re del paese e regnò per un anno, dopo il quale il vescovo Giosefeo gli apparve ancora e lo invitò a guardare nel Graal le verità spirituali che esso conteneva. Dopo di che Galaad spirò serenamente. Una mano prese allora il vaso divino e lo portò nei Cieli.
Percival e Bohort si ritirarono in un monastero dove, un anno dopo, Percival venne a morte. Bohort tornò a Logres per riferire la meravigliosa avventura, che subito fu scritta su una pergamena conservata nell'abbazia di Salisbury.
- Leggi anche la prima parte della storia