Giovedì 13 Ottobre 2011 09:54
Più di 2 mila questionari compilati da persone lgbt, 52 interviste a testimoni qualificati e 17 storie di discriminazione sul lavoro. Con questi dati Arcigay, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha elaborato la prima ricerca scientifico-qualitativa sulla discriminazione di gay, lesbiche, bisessuali e trans sui luoghi di lavoro. Un fenomeno di cui non si parla molto ma che esiste e che ora esce dall’invisibilità e dal silenzio. “Grazie a questa ricerca la discriminazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans sul lavoro assume una dimensione reale sia attraverso i dati qualitativi che quantitativi”, dichiara Paolo Patanè,
presidente nazionale Arcigay, “Con la comprensione delle cause e della modalità della discriminazione di gay, lesbiche, bisessuali e trans sul lavoro possiamo finalmente definire delle strategie di prevenzione e contrasto non su situazioni presunte ma sul clima, spesso pesante, che si respira in imprese, aziende o enti pubblici. L’urgenza è quella di convincere le vittime a denunciare: la ricerca è chiarissima su questo. Gay, lesbiche, bisessuali e trans, se vittime di discriminazione, sono impotenti e non hanno punti di riferimento. Lavoreremo su questo”.
E di lavoro da fare ce ne è molto visti i dati sconcertanti che emergono dalla ricerca: il 19.1% delle persone lgbt intervistate riferisce di essere stata discriminata sul lavoro; il 13% delle persone omosessuali in Italia ha visto respinta la propria candidatura per un posto di lavoro a causa della propria identità sessuale negli ultimi dieci anni, e questa percentuale fra le persone trans sale al 45%; a parità di lavoro, gli uomini omosessuali guadagnano dal 10% al 32% in meno dei loro colleghi eterosessuali; quanto alle discriminazioni la forma più grave, il licenziamento, è stata esperito dal 4,8% degli intervistati, in particolare da trans. Inoltre il 48% del campione controlla scrupolosamente le informazioni personali che comunica sul posto di lavoro per non correre il rischio di essere trattato ingiustamente, così un quarto degli omosessuali è completamente invisibile (nessuno è a conoscenza dell’orientamento sessuale) sul posto di lavoro.
Da questa importante ricerca appare chiaro come la discriminazione influenzi la vita delle persone lgbt in ogni suo aspetto, un atteggiamento che spinge molti a nascondersi, a non vivere liberamente la propria individualità. Tutto ciò si traduce in un duro attacco alla dignità della persona, un'ulteriore ingiustizia sul lavoro a cui bisogna reagire con strategie di contrasto e prevenzione che garantiscano uguaglianza e diritti a tutti i lavoratori, senza distinzione alcuna.
V.V.