Come tutti gli anni, al termine del Campionato di Serie A provvediamo ad aggiornare la nostra simulazione sulla ripartizione dei diritti televisivi fra le squadre che che hanno partecipato alla competizione nella stagione 2014/15.
Parliamo di stime perché purtroppo, a differenza di quanto viene fatto da Premier, Bundesliga e Ligue 1, la Lega di Serie A non rende pubblici i dati ufficiali.
Dalle Risorse Economiche alle Risorse Economiche Nette
L'ammontare di partenza dei diritti dovrebbe essere pari a 1.006 milioni di Euro, che rappresentano le cosiddette " Risorse Economiche " (RE). Prima di giungere alla cifra effettivamente distribuibile alla squadre, occorre sottrarre:
- la commissione all'advisor Infront;
- una quota del 10% (settori giovanili e calcio dilettantistico) e un ulteriore 0,5% (finanziamento per l'Autorità garante per le comunicazioni);
- il contributo per le squadre retrocesse in Serie B, che a partire da questa stagione è stato aumentato fino a un massimo di 30 mln di euro per stagione.
Le " Risorse Economiche Nette" (REN) sono quindi pari a 837 milioni di euro.
La Lega di Serie A ha deciso l'anno scorso di prelevare un contributo pari a 2,5 mln di euro dai premi spettanti a ciascuna squadra neo-promossa, destinando tale importo come premio alle tre squadre che si sono qualificate per l'Europa League.
Nonostante il Genoa, come noto, non abbia potuto iscriversi per mancanza della Licenza UEFA, abbiamo ritenuto che l'interpretazione della norma fosse da intendersi sulla base dell'effettiva posizione in classifica al termine del campionato e, di conseguenza, il contributo è stata assegnato alla squadra anziché alla Sampdoria, che invece parteciperà alla competizione europea come settima classificata.
I criteri di distribuzione dei diritti: parti uguali, sostenitori, merito sportivo
I criteri di distribuzione del monte premi sono determinati dalla Legge Melandri: sono in totale sei, divisi in tre macro-categorie.
Questa la rappresentazione grafica per criterio:
Analisi di dettaglio dei criteri di distribuzione
La prima quota, pari al 40%, viene equamente distribuita tra tutti i club. Si tratta di un valore pari a circa 16,7 milioni di euro per ogni squadra.
La seconda quota, pari al 30%, viene scomposta in Sostenitori (25%) e Cittadini (5%).
Sul concetto di "sostenitori" utilizzato dalla Serie A le informazioni sono abbastanza scarse e secondo quanto abbiamo potuto apprendere vi sono due componenti base della classifica.
Una parte del punteggio è assegnato sulla base di inchieste che tendono ad identificare tre profili: "appassionato", "partecipante", "simpatizzante"; se non abbiamo male inteso si chiede all'intervistato di esprimere tre nomi di squadre che vengono poi riportate nell'ordine. Una seconda quota è invece calcolata sulla base della media ponderata dell'Auditel ed in questo senso la "lotta" per poter apparire in anticipi e posticipi pare serrata, perché sono le partite che alzano tipicamente il picco di ascolto.
Non avendo accesso a tali analisi, per calcolare la quota assegnata ai sostenitori ci siamo basati su alcune statistiche apparse sui principali quotidiani negli anni passati.
[La prima parte (25%) viene assegnata secondo la quota sostenitori di ogni club, calcolata sulla base della media ponderata di tre rilevazioni effettuate ogni triennio da primarie società di ricerche di mercato e approvate dall'Assemblea all'inizio di ogni triennio. Nel concreto, a ciascuna società è attribuita una percentuale della quota sostenitori, pari al rapporto tra il numero dei sostenitori del proprio club rispetto al totale dei sostenitori. I club, poi, verranno classificati a seconda della rispettiva percentuale, con ordine decrescente. La seconda parte della seconda ripartizione (5%) viene suddivisa sulla base del numero dei cittadini che popolano le città di appartenenza dei club, ottenuto mediante le più recenti rilevazioni ISTAT, in proporzione al totale dei cittadini delle città dei club iscritti in Serie A. In presenza di due club appartenenti alla stessa città, come nel caso di Milan e Inter, si utilizzerà lo stesso numero di abitanti, con eguale ripartizione.]
La terza quota, per un ulteriore 30%, verrà ripartita sulla base di tre sotto-criteri:
- i risultati dell'ultima stagione, nota come Stagione in corso (5%);
- i risultati dell'ultimo quinquennio, a partire dalla stagione antecedente quella definita Stagione in corso (15%);
- i risultati dalla stagione 1946/47 alla sestultima stagione antecedente la Stagione in corso (10%).
[La terza quota di ripartizione prevede tre sotto-criteri, tutti vincolati ai risultati sportivi: il primo fa riferimento esclusivamente alla classifica finale della stagione in corso; il secondo sotto-criterio, pari al 15% della ripartizione delle risorse residuali e al 50% delle risorse della sola terza quota, è regolato in maniera tale da consentire di stilare una classifica che riassuma l'andamento sportivo dei club nell'ultimo quinquennio, assegnando loro dei punti, su una scala da 20 a 1, a seconda della posizione ottenuta al termine di ognuna delle ultime cinque stagioni nella classifica cumulata dei diversi campionati nazionali, ottenuta assegnando: in primo luogo, il primo posto, e relativi 20 punti, alla società meglio classificata nel Campionato di Serie A e l'ultimo posto alla società peggio classificata nel Campionato nazionale di categoria più bassa e valore più basso (1 punto) attribuito alla società peggio classificata. Si procede poi al calcolo della classifica cumulata, frutto della somma dei punti ottenuti dall'elaborazione precedente, relativa alle ultime cinque stagioni, assegnando nuovamente un punteggio che va da 20, per la prima classificata, a 1, per l'ultima. Si procederà poi alla ripartizione in base al rapporto tra il proprio punteggio finale e la somma dei punti (pari a 210).
Il terzo sotto-criterio, pari al 10% delle risorse residuali e al 33,33% delle risorse della sola terza quota, è calcolato sulla base della classifica riassuntiva dei risultati dalla prima stagione sportiva del dopoguerra alla sesta antecedente la Stagione in corso assegnando 10 punti per la partecipazione al campionato di Serie A; 7 punti per la partecipazione al campionato di Serie B; 4 punti per la partecipazione al campionato di Serie C o C1, ovvero di Lega Pro Prima Divisione; 2 punti per la partecipazione al campionato di Serie C2, ovvero di Lega Pro Seconda Divisione; 4 punti per uno scudetto vinto e riconosciuto dalla F.I.G.C.; 2 punti per una Coppa Italia vinta; 1 punto per una Supercoppa Lega vinta; 5 punti per una Champions League/Coppa dei Campioni vinta; 3 punti per una Coppa delle Coppe vinta; 2 punti per una Coppa delle Fiere o Coppa UEFA o Europa League vinta; 1 punto per una Supercoppa UEFA o Coppa Intercontinentale o Campionato del Mondo per Club vinta. Redatta la classifica, alle società partecipanti alla Serie A nella Stagione in corso, viene attribuito un punteggio decrescente, da 20 a 1, utile per determinare la percentuale di ripartizione delle risorse disciplinate dal sotto-criterio appena analizzato.]
La distribuzione delle risorse
Il club che ottiene maggiori introiti dalla ripartizione dei diritti tv è la Juventus ( 94 mln), che stacca nettamente Milan e Inter (appaiate a 76 mln). Napoli e Roma ottengono una cifra intorno ai 60 mln, mentre la Lazio scende a 51. Poi il gruppone.
La Serie A è infatti divisa in 4 fasce fra loro abbastanza distinte, come si può facilmente osservare rappresentando i dati dei ricavi su un grafico:
L'incremento delle risorse disponibili per il triennio 2012/2015 ha certamente portato un beneficio a tutte le squadre ma ha di fatto aumentato il divario fra la prima e l'ultima (il cosiddetto "first-to-last"), passato da un rapporto di 3,93 ad uno di 5,22.
Si rileva anche una progressiva maggiore concentrazione delle risorse verso le prime squadre. Le prime 5 si dividono il 44,1% del totale delle risorse, cifra che sale al 68% se si estende l'analisi alle prime dieci.