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La riserva naturale Menasciutto ha un difensore civico

Creato il 16 luglio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Il comitato spontaneo per la salvezza della riserva naturale del Menasciutto, che si estende nel Cremasco, fra Pianengo e Ricengo, segna un primo importante punto a proprio favore. Infatti il difensore civico dell’amministrazione provinciale, avvocato Marialuisa D’Ambrosio, invita i settori Ambiente e Pianificazione territoriale della Provincia ma anche tutti gli organi sinora coinvolti a una scrupolosa revisione delle autorizzazioni sinora concesse ed eventualmente ad annullare gli atti. Un pronunciamento assai determinato, da parte del difensore civico, che interviene per far notare l’assoluta rilevanza delle conseguenze sia ambientali che giudiziarie che potrebbero derivare dalla realizzazione di un’opera non rispettosa della normativa regionale e statale. Resta il fatto che la delibera che dato vita alla riserva naturale Palata del Menasciutto è stata emessa dal Parco del Serio e vieta ogni cantiere e ogni costruzione di attività produttive, come appunto sarebbe la centrale idroelettrica che la società Iniziative Bresciane vuole realizzare.
L’avvocato D’Ambrosio risponde alla lettera del deputato Bordo, che si è rivolto anche all’assessorato all’ambiente della Regione Lombardia, oltre che allo stesso Parco del Serio, al difensore civico regionale e altri soggetti coinvolti. Sinora Iniziative Bresciane ha proceduto senza ostacoli, ottenendo il consenso ad ogni passo dell’iter amministrativo. Le giustificazioni addotte dai decreti e dalle autorizzazioni della Provincia di Cremona non hanno mai convinto il comitato ambientalista di Ricengo e Pianengo. Il via libera, sinora non definitivo, alla centrale idroelettrica prevede l’installazione di turbine che minacciano di tritare vivi i pesci. La concessione di derivazione d’acqua del Serio per alimentare la centrale ha discusso a lungo delle tecniche possibili per salvare i pesci, senza però dimostrare nulla. Per il comitato sono solo discorsi teorici. Inoltre la costruzione della centrale prevede l’abbattimento di alberi, la realizzazione di una nuova strada e circa 800 passaggi di camion, oltre a scavi in alveo. Si teme anche che la cascata sparisca, e che abbattuti diversi alberi, la rana di Lataste, specie in estinzione, rischierebbe di finire i propri giorni disidratata. La delibera istitutiva della riserva naturale è da un punto di vista giuridico più forte di ogni altra norma in gioco. I promotori della centrale idroelettrica hanno fatto valere il principio regionale per cui il rafforzamento delle energie rinnovabili equivale alla tutela dell’ambiente, mentre affermano che il Menasciutto sarebbe in degrado e avrebbe bisogno di manutenzione straordinaria quando pescatori e fotografi e cittadini dicono il contrario nelle assemblee pubbliche del comitato spontaneo. La centrale appare a questi cittadini una semplice corsa agli incentivi di Stato. Normalmente i parchi difendono le loro riserve naturali: a Crema si sta verificando un paradosso che ha dell’incredibile e che il difensore civico intende fermare.


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