Notevole riduzione del costo della spazzatura (solo 160 euro l’anno); drastica riduzione dello sversamento in discarica (da 3mila tonnellate nel 2006 a 238 nel 2013); sviluppo di una gestione pubblica rispettosa dell’ambiente e, soprattutto, creazione di posti di lavoro specializzati: sono i risultati dell’esperimento condotto a Ponte delle Alpi in provincia di Belluno. Un modello che potrebbe – anzi, dovrebbe, e non si capisce perché non sia ancora stato fatto – essere adottato anche nel resto del Paese. Ne dà conto il saggio pubblicato da Emi – Editrice Missionaria Italiana, “I rifiuti? Non esistono!” di Marco Boschini e Ezio Ortes i quali, oltre a dimostrare come sia possibile trasformare un’emergenza in una fonte di sviluppo e di guadagno, forniscono una serie di utili informazioni: ad esempio che le migliori esperienze europee nei servizi della raccolta differenziata sono italiane, gestite da società e consorzi pubblici, e che in un’Italia “che a fatica raggiunge il 40% di raccolta differenziata brillano esperienze di gestioni oculate, di servizi di eccellenza, con livelli di differenziata elevatissimi, bilanci in utile e tariffe eque”. Gli autori del libro, che fanno parte dell’Associazione Comuni Virtuosi, ci dimostrano dunque dati alla mano che i rifiuti posso davvero essere una risorsa.
MC