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La rivincita dei bamboccioni atipici

Creato il 04 gennaio 2011 da Nicol Lynne
Sono ormai passati tre anni da quando l'ex ministro dell'economia, Padoa Schioppa, parlava di una finanziaria le cui misure avrebbero affrancato i giovani dalle gonnelle di mamma. 
Tre anni da quando l'esimio economo si perdeva nell'illutrare gli innumerevoli benefici delle sue infallibili misure, ma soprattutto nel criticare i ragazzi che ancora vivono in un qualche modo alle dipendenze dei genitori. Beh, pace all'anima sua, oggi le sue provocazioni sono ancora più che mai attuali.
I ragazzi non si sposano, i 'ragazzi' a trent'anni vivono ancora all'ombra della propria madre, i giovani non fanno figli, i ragazzi non se ne vanno mai fuori di casa... sono solo alcuni dei ritornelli più sentiti.
Non me ne vogliano i politici, non me ne vogliano i vescovi e non me ne vogliate voi, ma oggi ci sono vincoli ancora più indissolubili dell'anello al dito, forse non eterni, ma quasi: i mutui.
I giovani "bamboccioni" che vogliono uscire dalla questa illustre categoria ben lo sanno. La casa, qualunque siano le vostre pretese - nuova e dotata di impianti elettrici e idraulici a norma, magari anche di pannelli solari, oppure usata e da ristrutturare - costa sangue e sacrifici, il tutto senza addentrarci troppo nelle fasi successive secondo cui una casa va anche riscaldata, illuminata e, udite udite, arredata. A questo punto, se non avete le spalle ben coperte, la casa potrebbe venirvi a costare anche qualche organo interno modello mercato nero. 
L'arredamento. Questo è un campo in cui non si scherza. I mobili, infatti, si vedono ormai al prezzo dell'oro secondo una metafora forse un po' troppo ottimistica e ognuno si ingegna come può. La maggior parte delle persone si prodiga in pellegrinaggi regolari all'Ikea che, lasciatemelo dire, si risolvono nella maggior parte dei casi in roccambolesche quanto infelici avventure. A chi non è capitato di rimanere bloccato nel parcheggio dell'Ikea, sotto gli impietosi trenta gradi del sole estivo, a farsi i sulfimigi al profumo di asfalto cotto, del tutto impegnato in un ardito progetto ingegneristico volto a incastrare gli acquisti nella propria utilitaria? A chi non è capitato di arrivare a casa, sballare i colli, individuare le istruzioni per il montaggio e farsi dire dal componente della famiglia di turno - che vi sta guardando con le mani in mano - che le state leggendo al contrario?  
L'alternativa è quella di accettare le invitanti lusighe dei parenti che, altruisti come solo loro sanno essere, vi offriranno ogni sorta di mobile smesso, usato o, peggio, da rottamare pur di non dover affrontare l'ennesimo viaggio in discarica e lasciare che l'oggetto in questione subisca il destino che si merita: il compattatore. 
Poi c'è chi si improvvisa restauratore o falegname, ma su questa categoria sorvolo omerosamente perchè tutte le nostre personali 'improvvisazioni' si sono rivelate essere, in seguito, i mobili preferiti del nostro piccolo appartamento. 
Che dire degli acquisti rateizzati? Che bella idea! In questo modo anche i lavoratori precari possono, nonostante la dettagliata esibizione della plurifotociopata busta paga che mette in imbarazzate evidenza la totale mancanza di certezze, acquistare un elettrodomestico, un mobile, un abbonamento alla palestra (si, si possono reatizzare anche quelli) oppure un'automobile, pagando in comode rate. Sicuri che siano comode? Per quanto mi riguarda, meglio comprare a rate piuttosto che pagare a rate, a costo di vivere in una condizione di perenne trasloco. Oggi il divano, il mese prossimo la lavastoviglie, il tv appena arriva la tredicesima.  
«Sono arrivato a trent'anni che non ero capace di rifarmi il letto» dice il ministro Brunetta. Beh, nonostante sia lieta di sapere che la politica italiana lascia abbondante spazio alle confessioni private dei nostri rappresentati al governo, cerco di sorvolare sul senso di vergogna che mi attanaglia lo stomaco al pensiero di essere governata da un esemplare di sapiens che ha impiegato 10.950 giorni per capire come sistemare un lenzuolo - sorvolando naturalmente anche sul tempo che impiegherà mediamente per partorire le leggi da lui proposte - per avvalermi della teoria che il suddetto si sia potuto permettere tale ignoranza in materia di materassi e cuscini grazie a qualcuno (la madre? la colf?) che lo ha sistemato al posto suo. Evidentemente non aveva una madre in cassa-integrazione, perennemente in giro tra un centro per l'impego e l'altro, un padre in mobilità, un fratello precario, una zia arroccata stoicamente alla sua misera pensione. Ora che ci penso, ma siamo davvero sicuri che oggi Brunetta se lo sappia fare il letto, tutto da solo?
Ad ogni modo, comunque la pensiate, ho scritto questo post con uno scopo specifico e cioè quello di dire pubblicamente che per me tutti i Luigi delle Bicocche, i lavoratori precari, i lavoratori atipici, i part-timeissti e i contattati a tempo determinato sono i veri eroi di questo paese e di questo decennio.
http://www.youtube.com/watch?v=luvahAdmRU4

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