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La rivoluzione della Schiuma

Da Fishcanfly @marcodecave

Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve.

Gaber

In principio fu la Schiuma.

La schiuma è stato il simbolo del benessere e del progresso, sinonimo di quel boom economico che oggi appare un miraggio, incastrati come siamo tra un passato duro a passare e un futuro impossibile a venire.

Ci manca la schiuma a lubrificare dolcemente gli ingranaggi.

Quando ero piccolo e innocente, inconsapevole del problema dell’inquinamento, lontano mille miglia dall’avere una coscienza ecologica, privo di freni inibitori non per una smodata lussuria, ma per una innocua e quanto mai definita concezione del mondo, non teorico ma inconsapevole applicatore pratico di un’utopia di felicità uterina, mi crogiolavo beato nella vasca da bagno sommerso dalla bianca e soffice aura protettiva di una schiuma, corroborante e perfetto sostituto della mamma, pur in tutta la sua artificiosità.

La schiuma è il risultato del caos.

La rivoluzione della Schiuma

Nel crearla mi sentivo il padrone dell’universo chiamato vasca. Con un po’ di bagnoschiuma e di acqua ecco spuntare fuori questa informe e massiccia meraviglia di disincantato candore.

Quanto mi piacevano quelle bolle? Quanto a lungo si perdeva la mia fantasia nell’inseguire i fragili frattali che il sapone creava nell’accatastarsi di bolle, dentro le quali potevo percepire l’espansione dell’universo. Presto tutto l’esistente sarebbe stato riempito e perpetuato di schiuma.

Poi arrivò l’entropia.

Arrivò la coscienza ambientale, arrivò il risparmio di quel prezioso oro blu dalla sigla chimica di H2O, arrivò il ritmo della scuola e del lavoro, niente più vasca, doccia, velocità, efficienza.

Ok, siamo d’accordo.

Ma quanto mi manchi, mamma schiuma?



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