La rivoluzione mancata di Berlusconi

Creato il 20 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Federico Catani il 20 ottobre | ore 09 : 06 AM


È Berlusconi ad essere ossessionato da Repubblica o è quest’ultima ad avere l’incubo del Cavaliere? A leggere il quotidiano diretto da Ezio Mauro, la risposta esatta sembrerebbe la prima. A ben vedere però, parrebbe piuttosto che siano quelli di Largo Fochetti ad avere il pallino di Berlusconi.

Se si dà un’occhiata al sito di Repubblica in questi ultimi giorni, si noterà la deriva del giornale appartenente a De Benedetti. Si va dal gossip e dalla cronaca rosa, con i servizi riguardanti i sonnellini di Berlusconi durante i discorsi ufficiali o con quelli relativi al tipo di liquirizia che mangia il premier prima di prendere la parola alla Camera, fino alla pubblicazione senza tregua di intercettazioni inerenti i rapporti tra il Cavaliere e Valter Lavitola. Se non è ossessione questa, come si potrebbe definire?

In una delle telefonate spiate, Berlusconi si sfoga con il faccendiere più famoso d’Italia dichiarando che, di fronte agli attacchi che vanificano i ruolo del Parlamento e degli elettori, avrebbe intenzione di ritirarsi o di fare la rivoluzione. L’intercettazione risale al 2009, quindi è ormai passata molta acqua sotto i ponti. Eppure i radical-chic del gruppo L’Espresso hanno gridato allo scandalo. In effetti, il premier ci va giù pesante. Ma lo fa in un colloquio privato, indebitamente origliato da chi ormai ha come unico scopo di vita la diffamazione del capo del governo. Ogni scusa è buona per dare la spallata. Ogni occasione va utilizzata per demolire e abbattere il sultano.

C’è però un fatto che gli ipocriti giornalisti di Repubblica tentano di nascondere. Quel che dice Berlusconi a Lavitola troverebbe d’accordo gran parte degli italiani. O almeno li avrebbe senz’altro rappresentati nel 2009. Ma quali sono le parole scabrose del Cavaliere? In pratica, Berlusconi pensava di portare in piazza milioni di persone, di “cacciare fuori” il palazzo di giustizia di Milano e di assediare Repubblica. Insomma, una rivoluzione vera. Il problema è che questa rivoluzione non l’ha mai realizzata. Se c’è qualcosa da rimproverare al presidente del Consiglio è proprio di non aver reagito a dovere a tutti gli attacchi e agli insulti provenienti dalle istituzioni, dalla società civile e dai mass media. Uno come lui, perennemente attaccato e infangato, con il seguito che aveva e che comunque in parte ha ancora, poteva davvero permettersi una grande manifestazione di massa a favore della libertà e della democrazia. E invece si è fatto trasportare dagli eventi, si è lasciato andare. E ora è alla mercè di tutti e si appresta a percorrere il viale del tramonto. Speriamo ancora che riesca a concludere in bellezza, uscendo di scena con il botto, di modo che, una volta calato il sipario, i fan potranno riconoscere che, tutto sommato, lo spettacolo è stato gradevole.


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