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La rivoluzione siriana tra fantasia, mitologia e reality

Creato il 21 maggio 2012 da Mdileo @atmospherelibri

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Leggendo le memorie del defunto Najat-Kassab Hassan, un celebre avvocato di Damasco, non si può fare a meno di fermarsi a rileggere una storia particolare dei giorni della Rivoluzione siriana contro i francesi nel 1940.

La storia inizia con l’inviato francese a Damasco che decide di punire i commercianti della città che sostengono i rivoluzionari: ordina loro di lasciare i negozi e che restino aperti durante la notte, facendo perdere la loro unica fonte di reddito e mettendola a disposizione di ladri e saccheggiatori.

Nel tentativo di contenere la situazione, i mercanti di Damasco chiedono un incontro con il capo dei ladri di Damasco e riferiscono a lui la storia. Il leader dei ladri si alza e giura che nessuno dei suoi uomini ruberà niente dai negozi aperti quella notte, poiché ladri e mercanti sono uniti contro il nemico colonizzatore.

Kassab Hassan conclude la storia con un commento, affermando che l’autenticità della storia è molto dubbia, perché i ladri – per la natura della loro professione – non si uniscono o eleggono un leader per negoziare. Egli continua a spiegare che questo racconto faceva parte del folclore che la gente di Damasco ha trasmesso alle giovani generazioni come un modo di celebrare i giorni di gloria, di eroismo e di unità nazionale contro la colonizzazione.

Questa storia merita una moderna lettura, nonché un confronto con gli eventi attuali: la Rivoluzione contro il regime siriano di Assad. La spinta della Rivoluzione, che ha preso tutti di sorpresa, e la sincerità dei manifestanti pacifici e dei loro slogan intelligenti, ha portato molti a idolatrare la Rivoluzione. È stata chiamata la “madre di tutte le rivoluzioni” e l’ “evento unico che mette insieme tutti i siriani”.

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Gli eventi che accelerano, e anzi il coraggio incredibile del popolo siriano, hanno tirato fuori il meglio in molti degli arabi. Essi hanno anche generato un flusso incredibile di creatività, di grande impatto nelle opere artistiche e nei media, e soprattutto, ha infranto il tabù di discutere questioni chiave nella società di oggi.

La rivoluzione non è mai stata priva di scene di croci e mezzelune unite insieme, i loghi che indicano l’unità nazionale, o slogan di solidarietà con città e villaggi a centinaia di chilometri di distanza. Si è vista la nascita di una comunità virtuale di attivisti online pseudoanonimi, che trascende l’estrazione religiosa ed etnica, che collabora con giornalisti e cittadini sostenendo la causa al mondo. Come la storia dei mercanti e dei ladri, la rivoluzione siriana ha infatti piantato un seme di speranza in molti dei siriani, e alimenta il sogno di un ritorno a casa per molti esuli ed espatriati.

Ma la natura storica delle cose dice che, se la Rivoluzione riuscisse domani, questa utopia alla fine giungerà al termine. I siriani dovranno affrontare la realtà di un’economia in crisi, l’amarezza e la divisione tra le famiglie e gli amici, possibili atti di vendetta e di ritorsione, e molti gruppi e individui reclameranno la rivendicazione della vittoria esponendo i propri trofei.

I racconti popolari come quello dei mercanti e dei ladri sono buoni meccanismi per ricordare alle persone il loro bene interiore – qualcosa che possono aver dimenticato durante gli anni di disagio e di oppressione. Tuttavia, nascondendosi dietro slogan romantici e racconti – forse necessari in tempi di rivoluzione – non si deve distogliere l’attenzione dai problemi profondamente radicati che ha la società siriana.

Mentre i siti di social media sono inondati da gruppi e le pagine che parlano di unità nazionale dei siriani abbondano, non si può negare che la discriminazione confessionale e sociale sono onnipresenti nella società. In realtà, essa precede il regime di Assad, che l’ha applicata e promossa nel corso degli ultimi 40 anni.

Le differenze religiose e settarie, così come i conflitti ideologici, non andranno via semplicemente cacciando un dittatore; sono questioni fondamentali che dovranno essere affrontati prima o poi. L’obbligo immediato di qualsiasi potere politico che sarà scelto per guidare il periodo di transizione (e il futuro) della Siria è quello di affrontare questi problemi potenziali ed esistenti: i conflitti tra ideologie di destra e di sinistra, la tensione esistente tra le sette e le città sulla partecipazione e il ruolo della Rivoluzione, gli atti di vendetta e i conflitti etnici, e i modi per promuovere la giustizia sociale che non emargini o porti altra ingiustizia a qualsiasi gruppo sociale esistente. Il mondo è pieno di esempi democratici e pluralisti che vanno guardati per imparare, pur mantenendo una visione localizzata delle caratteristiche uniche della società siriana.


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