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La Roma ed i n.1: se la porta è sempre aperta

Creato il 24 settembre 2012 da Frank_80
La Roma ed i n.1: se la porta è sempre aperta

Negli ultimi 15 anni la squadra giallorossa ha avuto grandi difficoltà nel trovare un numero 1 che si rispetti: dopo Konsel, il nulla. E ora c’è Stekelenburg, un grande nome ma dalle prestazioni altalenanti

LA GRINTA DELLA PANTERA - 15 anni fa, nella prima Roma zemaniana il numero 1 indiscusso e inamovibile era Micheal Konsel. I tifosi giallorossi lo ricordano ancora: capello brizzolato, pantaloni lunghi nelle fredde nottate della Roma formato Coppa Uefa, divisa grigio-nera, riflessi di un gatto.
Konsel è entrato nel cuore della curva Sud dimostrandosi uno dei migliori portieri della Serie A in quella stagione al debutto in Italia, la 1997/1998. Prima di lui c’era stato Giovanni Cervone che aveva disputato tre discrete stagioni con Mazzone per poi perdere il posto da titolare con Carlos Bianchi. Per questo la Roma necessitava di un nuovo numero 1. E la dirigenza giallorossa pescò un vero e proprio jolly, strappando al Rapid Vienna la sua bandiera più grande.
La prima stagione dell’austriaco che approdò alla corte di Franco Sensi e sotto la guida di Zeman all’età di 35 anni, fu buona. Konsel entrò subito nel cuore dei tifosi che lo soprannominarono “Er Pantera” per velocità e riflessi tra i pali. Poi due infortuni, tra Roma e Nazionale austriaca, lo costrinsero a saltare diverse partite nella stagione 1998/1999 durante la quale venne sostituito non proprio egregiamente da Chimenti; così si interruppe il sodalizio di Konsel con la Roma ed il cambio di allenatore fu la mazzata decisiva. Nel 1999/2000, con l’arrivo di Fabio Capello, si scelse un nuovo portiere: Francesco Antonioli.

DALLO SCUDETTO A SPALLETTI  -  La porta giallorossa aveva ora un nuovo guardiano, quell’Antonioli che mai fu lontanamente paragonabile, per qualità e feeling con i tifosi, al buon vecchio Konsel. “Batman” Antonioli, così soprannominato dall’allora speaker dell’Olimpico, venne acquistato dal Bologna dove aveva disputato 103 gare ufficiali in 4 stagioni; la stagione 1999/2000 non fu proprio da incorniciare tanto che in alcune partite gli fu preferito l’allora numero 12 Cristiano Lupatelli.
La stagione successiva (2000/2001) segnò la consacrazione della Roma con la conquista dello scudetto: grazie a una campagna acquisti onerosa, la squadra di Capello era perfetta in tutti i reparti: o quasi. In difesa era una roccaforte con il “Muro” Samuel, a centrocampo alternava la velocità di Cafu e Candela e la classe di Emerson; davanti, un tridente spettacolare con Montella, Totti e il colpo dell’ anno Batistuta.
Perfetta ovunque; tranne che in porta. Antonioli fu confermato titolare ma in diverse partite finì sul banco degli imputati: per conferme chiedere a Saudati di quel Perugia-Roma nel quale l’attaccante degli umbri approfittò di una vera e propria papera del n.1 giallorosso il quale, nel tentativo goffo di bloccare un facile appoggio, colpì inavvertitamente il pallone con la caviglia consegnando la sfera all’allora attaccante perugino.
Le stagioni successive videro ancora il portiere monzese difendere da numero 1 la porta giallorossa, pur se non molto apprezzato dalla critica per la poca fermezza e a causa di diversi altri errori tra i pali. Nella stagione 2004/2005 fu quindi la volta del trio Gianluca Curci, Carlo Zotti e Ivan Pelizzoli, giovani ma poco convincenti. Nell’anno disastroso dei 4 allenatori anche i portieri ci misero del loro.
Ed arriviamo al 2005 l’inizio dell’era Spalletti
. I portieri a disposizione del tecnico toscano furono il romando Curci, proveniente dal vivaio; il brasiliano Doni, sconsciuto ma considerato promettente; ed infine il greco Eleftheropolus, praticamente mai visto. Spalletti decise di iniziare la stagione puntando sul giovane Curci, con Doni in panchina. Con il passare delle giornate il pessimo rendimento di Curci stravolse le gerarchie in porta ed il brasiliano passò titolare.
Nelle tre stagione successiva, 2006/2007, 2007/2008, 2008/2009, fu sempre Doni a difendere la porta da titolare contribuendo alla conquista di due Coppe Italia ed una Supercoppa.

COLONIA BRASILERIA – La stagione 2009/2010 fu l’ultima di Spalletti; per la prima volta una squadra italiana aveva in rosa tutti e tre i portieri stranieri. Anzi, brasiliani. La prima giornata con il Genoa fu Doni a partire da titolare ma successivamente, complice l’infortunio dello stesso portiere e del secondo Artur, Spalletti si ritrovò nel match casalingo contro la Juventus a dover schierare Julio Sergio al suo debutto assoluto. Finì 3-1 per i bianconeri e la conseguenza fu l’addio di Spalletti e l’arrivo di Ranieri. Mentre Doni non aveva ancora recuperato dall’infortunio, il tecnico testaccino decise di affidare la porta ad Artur, che tutto fu fuorchè affidabile.
Ranieri giocò allora la carta Julio Sergio. E quello che Spalletti definì “il miglior terzo portiere del mondo” si ritrovò titolare. Julio Sergio disputò una stagione sopra le righe mantenendo il posto anche al ritorno di Doni. Ma soprattutto si rese protagonista di molte parate decisive; quelle che i tifosi non dimenticheranno mai furono due: il miracolo su Stefano Mauri al derby di andata e, nel derby di ritorno, il rigore parato a Floccari che contruibuì alla vittoria in rimonta della Roma sui cugini.
Julio Sergio venne promosso titolare anche nella stagione successiva nella quale la Roma si assicurò anche un altro portiere: Bogdan Lobont, ex numero 1 dell’Ajax. Il rumeno non convinse da subito: all’arrivo di Montella Doni tornò titolare e la stagione si chiuse fuori dalla Champions.

OGGI - E arriviamo ai giorni nostri: con la nuova proprietà che ha puntato sul ringiovanimento della rosa cedendo molti dei senatori in due anni. Tra questi anche Doni, non più gradito e passato al Liverpool tramite svincolo con buonuscita. La stagione 2011/2012 inizia con Luis Enrique in panchina e la proprietà statunitense investe su Marteen Stekelenburg, primo olandese nella storia della Roma e ultimo di una serie di portieri stranieri.
Nella prima stagione giallorossa Stekelenburg, considerato uno dei migliori portieri d’Europa e protagonista del mondiale Sudafricano 2010, subisce la bellezza di 45 gol in 33 partite. Ad inizio della stagione 2012/2013 la dirigenza nutre seri dubbi sull’affidabilità del portiere ex-Ajax tanto che si parla di una sua cessione al Tottenham. Allarme poi rientrato: Marteen resta nella Capitale e la Roma di quest’anno parte con ben 4 portieri, tutti stranieri: oltre a Stekelenburg e Lobont, Zeman ha voluto il lituano Svedkauskas dalla Fiorentina (per la Primavera) e l’uruguaiano Goicochea di cui ad oggi ben poco si conosce.

Gianluca Specchioli


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