La Russa: “Non bombarderemo le città libiche. Il nostro obiettivo sono i fennec”
Creato il 26 aprile 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Lotta senza tregua alle piccole volpi del deserto libico che, a causa della loro voracità, stanno decimando la fauna del Sahara. La decisione del governo italiano è giunta dopo una serie di convulse trattative nel corso delle quali sia la Nato che il premio Nobel per la Pace, Barack Obama, hanno sollecitato un maggior impegno militare dell’aviazione tricolore. “Non potevamo più sottrarci – ha dichiarato il ministro La Russa, detto Gnazio – a un compito che ci spetta proprio perché appartenenti al Patto Atlantico. Fino a ieri – ha continuato Gnazio – proteggevamo gli assalitori distruggendo i radar del Cojonello, da questo momento i nostri Tornado inizieranno a bombardare anche obiettivi militari sensibili. Quello che non faremo mai, mai e poi mai, sarà bombardare le città. Il nostro compito è quello di colpire i fennec. Quindi il nostro luogo di ingaggio sarà il deserto del Sahara”. I retroscena della decisione storica del governo italiano di iniziare a combattere, stanno tutti negli incontri con i rappresentanti dei rivoltosi libici e in una serie di telefonate che Silvio Berlusconi ha avuto con i leader europei e con Barack Obama in persona, i quali, stanchi della posizione ambigua dell’Italia (un vezzo storico), hanno intimato ai nostri aerei di scendere in campo usando missili veri e non le Bombe di Maradona con le quali, fino a ieri, avevano fatto un gran fracasso ma nessun danno alle milizie del dittatore. Non volendo bombardare le città, ci siamo chiesti quali diavolo fossero gli obiettivi della nostra missione. Dopo un attento studio delle planimetrie militari libiche, e dello schieramento delle postazioni missilistiche dell’esercito, ed aver appurato che si trovano tutte o in pieni centri cittadini o nelle immediate periferie, ci è sorto il dubbio dell’ennesima cazzata sparata ad “uso internazionale” dai nostri governanti. Ma ci siamo ricreduti quando l’obiettivo del nostro intervento è stato reso noto: i Tornado colpiranno i fennec. Sulle prime Gnazio era rimasto esterrefatto, tanto da domandarsi cosa c’entrasse quella bonazza di Edvige in tutta questa storia. Ma i suoi dubbi si sono chiariti nel momento in cui il capo di stato maggiore dell’esercito, gli ha spiegato che i fennec sono delle pericolosissime volpi alte trenta centimetri (al garrese), che compiono razzie fra i piccoli roditori causandone l’estinzione. Il nostro compito sarà dunque quello di tutelare i roditori del deserto libico continuando a lasciare agli altri il compito di bombardare il bunker di Gheddafi. “Come avrete sicuramente capito – ha dichiarato solennemente il ministro della difesa – il nostro sarà un intervento squisitamente animalista”. L’unico ad opporsi con tutte le sue forze è stato il ministro alla Semplificazione, Roberto Calderoli, il quale ha già annunciato il proprio voto contrario in consiglio dei ministri. Al ministro, fine gourmet e appassionato di fennec allo spiedo, non sta bene che l’ingrediente principe del suo piatto preferito venga bombardato dai nostri aerei e ridotto a polpette per uno spezzatino che odia. Tiepida la posizione del suo collega leghista e ministro dell’Interno Roberto Maroni, il quale ha deciso di esprimersi solo dopo lo studio che i funzionari del Viminale avranno fatto sull’impatto dei barconi di fennec profughi a Lampedusa. “Non ci possiamo permettere anche il depauperamento della fauna lampedusana”, ha chiosato Bobo Blues. Nel frattempo, abbiamo appreso dalle agenzie che i sette operatori umanitari di Emergency sono stati costretti a lasciare Misurata e a far rotta verso Malta, dove attenderanno di poter tornare in Libia una volta che la zona del loro intervento sarà messa in sicurezza. Il racconto dei medici di Emergency, riassunto nella lettera inviata agli organi di stampa, è drammatico e vale la pena di riportarne alcuni stralci. “Il governo italiano - scrive Emergency - continua a delinquere contro la Costituzione e sceglie la data del 25 aprile per precipitare il Paese in una nuova spirale di violenza. Le bombe non sono uno strumento per proteggere i civili: infatti non sono servite a proteggere la popolazione di Misurata. La città di Misurata, assediata e bombardata da oltre due mesi, nelle ultime 24 ore ha vissuto sotto pesantissimi attacchi che hanno raso al suolo quartieri densamente popolati, anche per l'impiego di missili balistici a medio raggio.Ancora una volta a farne le spese è la popolazione civile. Tra sabato e domenica, sono arrivati all'ospedale Hikmat, dove dal 10 aprile lavora il team chirurgico di Emergency, duecento feriti e oltre sessanta morti. Negli ultimi giorni i combattimenti sono arrivati alle porte dell'ospedale. L'ospedale, i suoi pazienti e i medici che li curano sono diventati un bersaglio della guerra. Per questa ragione lunedì 25 aprile la direzione sanitaria ci ha dato l'ordine di evacuare”. Resta il fatto che l’associazione di Gino Strada, dopo l’annuncio di Gnazio, ha mobilitato anche i suoi volontari veterinari. Poveri fennec.
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