Una prima pagina del WSJ
Nervitesissimi nel Pdl. Spira aria di secessione e stavolta sembra che neppure ipoteri taumaturgici di Over The Topa possano metterci una pezza. Beppe Pisanupensa a un nuovo partito mentre cresce a dismisura l’area dei frondisti. Senzapotere, privilegi, un pizzico di corruzione e tanta gnocca quelli del Pdlsembrano pesci in barile, sotto sale ma sempre pesci. L’ultima è di ieri. AA CercasiSegretario, alias Angelino Alfano, convoca una riunione degli ex ministri dell’exgoverno Berlusconi. Ordine del giorno: la crescita. Angelino voleva relazionarequei supergeni degli ex ministri sulla piattaforma programmatica per lacrescita dell’Italia elaborata con Monti e i colleghi del Pd e dell’Udc. A uncerto punto, colto da un attacco di dissenteria, Alfano si è allontanatocedendo la presidenza della riunione a Renato Brunetta, perché un vertice sullacrescita a chi affidarlo se non a chi ne conosce ogni sfumatura? Brunetta, cheevidentemente è in crisi di astinenza da loquacità, inizia a tirarle per lelunghe, chiacchiera come sempre senza dire nulla e a Gnazio comincia a dare suinervi. Una battuta tira l’altra, una punzecchiatura tira l’altra, uno sfottòtira l’altro, alla fine l’ex Difensor patriae si è alzato, ha raggiuntoBrunetta e gli ha tirato due schiaffi in testa. Renatino, che avrebbe preferitoun calcio nel culo agli schiaffi in testa che ne potrebbero minacciare lacrescita residua, offeso e incazzato come un cucciolo di iena, si è alzatointerrompendo il summit. La Russa se n’è andato senza chiedergli scusa elasciando l’impressione che le cose nel partito non vadano per il verso giustoanzi, non vadano proprio. E se Brunetta è stato schiaffeggiato da GnazioFurioso, il Professore ha ricevuto altrettante sberle dal Financial Times e dalWall Street Journal che hanno messo in prima pagina il mancato raggiungimentodel pareggio di bilancio nel 2012 e lo slittamento nel 2013. Sull’Italia pesacome un macigno la mancata crescita, che in fondo è la ragione principale perla quale lo spread continua a navigare sopra i 350 punti di differenza con iBund. Le previsioni parlano di uno 0,5 per cento di scostamento negativo, cheMario Monti sta cercando di far passare come “close to balance”, che sarebbe unsostanziale pareggio di bilancio in linea con gli sforamenti previsti dalla UE,ma che gli osservatori internazionali leggono ancora come un segnale forte dinon crescita. Siamo in recessione, tanto accade quando si arriva al 125 percento del Pil, e lo sappiamo tutti. Ce lo hanno cantato in tutte le lingue delmondo e alla fine lo abbiamo capito pure noi che economisti non siamo, ma chequesti geni dell’alta finanza, dell’alta giustizia, dell’alta diplomazia, dell’altacultura non riescano a trovare uno straccio di idea per rianimare questo paese,ci prende male. E se pensiamo che questi ministri, con i loro sfavillanticurricula, sono arrivati a un punto di stallo dal quale non sanno come uscire,figuriamoci cosa sarebbe potuto accadere con i loro colleghi precedenti che, almassimo, una laurea se la sono comprata alla Rinascente. C’è da dire però cheMario Monti e MarioDraghi sono stati inseriti da Time tra le 100 persone piùinfluenti del mondo. Cari 3 milioni di giovani che avete interrotto ogniricerca di lavoro, cari pensionati che non avrete un centesimo di rivalutazionesui vostri assegni mensili, cari disoccupati senza ammortizzatori socialiconsolatevi. Due geni italiani sono entrati nel gotha dell’alta finanzamondiale. Felici quelli di Morgan Stanley che si vedranno restituire dalgoverno italiano, tramite BancaIntesa, i miliardi di debito residui. Delleultime dichiarazioni di Bossi non vogliamo parlare, c’è un limite a tutto,decenza compresa.La Russa schiaffeggia Brunetta e i giornali economici il Professore. La crescita italiana? È la terra promessa...
Creato il 20 aprile 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiPossono interessarti anche questi articoli :
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