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La “Sacra Famiglia” al check-point di Betlemme

Creato il 22 dicembre 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

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Voci dai Territori Occupati

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Questa è la storia di una famiglia che aspetta un bambino.

Giuseppe, il capofamiglia: se è ebreo non entra in Betlemme perché gli è proibito andare oltre il Muro che divide la città di Davide dalla città di Sion; se è palestinese come il Re Davide, non può viaggiare: la sicurezza d’ Israele non lo concede.

Maria, la moglie, è meglio che stia a casa, altrimenti partorirà appoggiata alla gabbia del check point. Neanche lei ha il permesso.

La luce forte non è una stella, è un faro sulla torretta di guardia. Una voce grida ma non è un angelo, è la sentinella che ordina di allontanarsi dal neonato.

Intorno non pastori, ma manovali di Palestina che aspettano l’apertura del check point dormendo sui cartoni in attesa di passare il muro dove li aspetta un lavoro nero nella casa dell’ occupante. La voce amplificata li risveglia, storditi, ma la nascita di un bambino è speranza per la loro terra.

I Magi per le guardie di frontiera sono una delegazione irakena con doni inquietanti: oro per le armi, incenso per un culto fanatico, mirra per i morti. Sospettati di terrorismo, non riusciranno ad attraversare il Giordano.

Qualcuno cerca il bambino, il Principe della Pace, un pericoloso sovversivo: chi la vuole, la pace?

Ma non ci sono vie di fuga, forse si può scendere da Gaza verso l’ Egitto.

Di quel Bambino si sono perse le tracce: nel Natale 2008 da quelle parti iniziava la strage di bambini innocenti.

C’è un libro perduto dentro questa storia?  Si, il Vangelo di Natale secondo san Luca.

Norberto Julini

 


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