Magazine Psicologia

"La sai l’ultima?": la Metacomunicazione

Da Anna
"Ti racconto una barzelletta."
Questa informazione non è solo un modo di iniziare. E anche, e soprattutto, un messaggio che comunica su un altro messaggio (la barzelletta). È cioè una metacomunicazione. La sua funzione principale è quella di orientare l’ascoltatore a predisporsi a una risposta umoristica. La metacomunicazione è un ingranaggio importante nei meccanismi dell’umorismo, una specie di prima ruota che fa girare (o blocca) le altre ruote e rotelle. Di fronte a un messaggio, infatti, la risposta tendenziale (di default, per dirla nel linguaggio dei computer), è quella di intendere le informazioni per quello che dicono, alla lettera e seriamente. "Ti racconto una barzelletta" è invece un messaggio che comunica: "Quello che sto per raccontarti non va preso alla lettera e sul serio". La metacomunicazione ha un ruolo simile a quello di uno scambio ferroviario (altra analogia meccanica), che dirige il convoglio delle risposte del soggetto dal binario serio a quello dell’umorismo. Ha cioè il valore di un’indicazione, o una richiesta, ad attuare un’elaborazione umoristica del racconto/ barzelletta. Questo significa effettuare la serie di operazioni, descritte nel paragrafo precedente, tra cui in particolare:
a attendersi e individuare una conclusione incongrua;
b ricercare una regola cognitiva che trovi una risoluzione dell’incongruità;
c non cercare di risolvere l’incongruità completamente, eliminandola;
d mantenere l’equilibrio instabile tra percezione di incongruità e congruenza.
Quello che viene in sostanza richiesto è di sospendere parzialmente e temporaneamente il giudizio critico, che porterebbe a respingere l’illogicità della barzelletta, e accettare invece la particolare logica (allo stesso tempo logica e illogica) che governa il mondo dell’umorismo. A questa si accompagna un’altra dimensione importante dell’elaborazione umoristica, e cioè la sospensione delle regole "etiche", il giudizio morale, come vedremo in seguito.
Di solito, che un messaggio vada inteso in modo umoristico è sufficientemente ovvio e chiaro per il soggetto che lo riceve, e la metacomunicazione interviene senza farsi notare, sotto il livello della consapevolezza. Il suo ruolo viene invece più in
evidenza proprio quando non è ovvio o chiaro. Si pensi, per esempio, a quando si dice una battuta, ma l’interlocutore reagisce modo serio. La frase: "Ma io dicevo per scherzo!" è una metacomunicazione enfatizzata che cerca di segnalare — dopo —quello che non è risultato efficacemente segnalato prima.
(tratto da: Giovannatonio Forabosco, "Il settimo senso: psicologia del senso dell’umorismo", Franco Muzio editore, pag. 21)

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