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La salvezza e il pericolo

Creato il 24 giugno 2015 da Gadilu

Spagnolli al bar

Il traguardo era lì, a due passi. Proprio in prossimità dalla scadenza dell’ultimo giorno utile, Luigi Spagnolli è riuscito in extremis nell’impresa di costituire una risicata maggioranza. Luciano Giovanelli, lista “Nuova Città”, ha detto sì. Avrà un assessorato, pare alle attività economiche, anche se la partita deleghe nel suo complesso è tutta da giocare.

Alla cosiddetta svolta si è arrivati scendendo tutti i gradini dello sconforto. Dopo il mediocre ballottaggio, si era partiti cercando di ricucire lo strappo con l’ala ecosociale. Ma sullo scoglio rappresentato dal “progetto Benko” i “verdi” e i “rossi” hanno offerto un approccio talmente diverso da riproporre lo spettacolo del naufragio annunciato. Qualcuno ha notato la coerenza dei primi, qualcun altro, assai pochi in verità, il realismo disilluso dei secondi. L’operazione è rimasta a lungo sospesa, giacché neppure con il sofferto appoggio dei tre consiglieri “sociali”, più di governo che di lotta, si poteva arrivare al numero dei 23 in grado di sbloccare davvero la situazione.

Furono allora ipotesi di “governicchio” o di “grande coalizione”. Prima la Lega, quindi addirittura Forza Italia, tutti chiamati in causa a dar prova di responsabilità. Alquanto singolare l’interpretazione esternata dallo stesso Spagnolli nel suo ormai famoso diario di bordo: “Non si è riusciti a trovare l’accordo perché nessuno è disposto a rinunciare alle proprie prerogative politiche”. Insomma, il giorno in cui l’amministrazione di una città verrà decisa senza passare dalla lotta tra partiti contrapposti non pare essere ancora venuto. Le mosche strette nel pugno di Spagnolli stanno lì a dimostrarlo.

Se anche Luciano Giovanelli si dimostrerà essere una di queste mosche sarà la storia a dirlo. Intanto, al terzo mandato di Spagnolli viene concesso un flebile supplemento di vita, ricavato esclusivamente dalla paura di tornare subito al voto. Non è un mistero, peraltro, che tutti stiano già pensando al dopo, anche se lo sguardo rivolto al futuro non può che scorgere ampi strati di nebbia. Chi volesse recuperare la fiducia di un elettorato sfibrato e persino nauseato ha il difficile compito di inventarsi nuovi protagonisti, puntando su una chiarezza che adesso pare smarrita. Con la legge elettorale vigente, e con la sopravvivenza delle antiche strutture mentali, è palese che si tratterà di un processo molto lungo.

Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin ha scritto: “Wo aber Gefahr ist, wächst / Das rettende auch” (là dov’è il pericolo, cresce anche ciò che salva). Lui parlava della difficoltà di concepire il divino. Volando parecchio più basso, potrebbe diventare anche il motto di Bolzano.

Corriere dell’Alto Adige, 24 giugno 2015 (Pubblicato con il titolo “La chiarezza smarrita”)


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