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Nell'aprile del 1972 cinque giovani musicisti inglesi praticamente sconosciuti in Italia arrivarono nella cittadina di Feltre, in provincia di Belluno, su uno scassatissimo furgone Volkswagen. Si esibirono su un palco realizzato con tavole di legno e riparato da fogli di cellophane, davanti a circa duecento persone.
Ad un certo punto uno dei cinque, truccato e con la testa rasata, cominciò a sbattere con forza l'asta del microfono sulla rete che separava i musicisti dai ragazzi che assistevano, spaventandone parecchi. La canzone era intitolata "The musical box", il cantante si chiamava Peter Gabriel, la band era quella dei Genesis e quello era solo l’inizio di una carriera straordinaria che continua tuttora.
Il brano è contenuto nel terzo album dei Genesis, il primo inciso nella formazione storica, e segnò la consacrazione definitiva dei Genesis in Europa.
Il titolo di questo concept album è “Nursery Cryme” allude alle filastrocche inglesi per bambini (“nursery rhymes”), aggiungendo una “c” iniziale che rimanda invece alla parola “crime” (crimine).
Non a caso il testo della canzone "The musical box", che apre l’album, è incentrato su una storia dal sapore vittoriano, in cui una bambina che gioca a croquet decapita “con grazia" un amichetto.
È una storia misteriosa che sfiora i temi della morte, della reincarnazione e dell'amore sensuale, in cui un fantasma appare e scompare grazie ad una musical box, un prezioso carillon da cui escono le note di Old King Cole, un’antica filastrocca per bambini.
I Genesis, band costituitisi nel 1969 e tuttora attiva, seppure con vari cambiamenti di organico, furono negli anni settanta tra i principali esponenti del rock progressivo, assieme a gruppi che hanno fatto la storia della musica.
Parliamo di gruppi come Yes, King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, Jethro Tull, solo per citare alcuni di quelli che ebbero grande influenza su moltissimi cantanti e band dell’epoca. Nonostante la complessità della musica e la lunghezza delle canzoni in quegli anni il “progressive rock” riempiva infatti gli stadi riscuotendo successi di critica e di pubblico. Per molti aspetti richiama la musica classica, pur essendo suonato con gli strumenti tipici del rock.
La formazione dei Genesis non solo ha subito numerose variazioni negli anni. Una carriera che ha visto anche pause di riflessione, abbandoni e ritorni. Dalla “scatola magica” dei Genesis sono usciti personaggi del calibro di Peter Gabriel, Steve Hackett, Mike Rutherford e Phil Collins che in momenti diversi hanno iniziato importanti carriere solistiche, divergenti o parallele da quelle della band.
Una carriera veramente monumentale, con pezzi che meriterebbero di essere minutamente analizzati per la ricchezza degli elementi che contengono, sia dal punto di vista musicale che dei riferimenti culturali. Nel 1986, dopo una pausa di riflessione durata tre anni, i Genesis tornarono con l’album “Invisible touch”, che concludeva con successo la mutazione verso un genere musicale più legato ai tempi.
Genesis, "Land of confusion"
La foto di apertura è una cortesia di ELE, che non ha rotto alcuna scatola nel realizzarla...
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