Magazine Talenti

La schiacciata

Da Oichebelcastello

LA SCHIACCIATA

Bebelle era un omone alto, sdentato, un cappello con la tesa che lo faceva più vecchio. Nell’inverno sopra al cappotto per darsi aria da bottegaio si muniva di un grembiule bianco sporco. I guanti di lana lasciavano scoperte le dita e non ho mai saputo se era il modello o le aveva tagliate lui per poter maneggiare le monetine da cinque e dieci lire.

I soldi giravano più di ora, tutti i bambini avevano cinquanta lire per una schiacciata e quelle di Bebelle anche se ne costavano trenta spesso rimanevano invendute.

Bebelle prima passava al forno a ritirare le schiacciate e poi apriva lo sgabellino di legno alle sette e trenta di ogni mattina davanti alla scuola elementare.

Non c’era una gamma di prodotti come nelle odierne pasticcerie, ci contentavamo dell’essenziale.

Non ero un cliente assiduo, spesso compravo la schiacciata da Rina (la concorrenza).

Il banco di Rina aveva le ruote di un motorino ed era lungo oltre quattro metri di squisitezze, non solo le schiacciate ed erano diverse, più piccole ma costavano cinquanta lire.

Ancora oggi mi chiedo come fosse stata possibile una differenza di prezzo così alta, anche se la qualità non era la stessa e noi bambini tra la schiacciata alta, soffice, dorata, calda di Rina e quella di Bebelle bianca, rinseccolita e sfida alla sopravvivenza dei denti e gengive, dopo un assaggio avevamo già le idee chiare.

Bebelle non era un commerciante, ma solo un pensionato, e per tirare a campare vendeva qualche schiacciata ai ragazzi, niente di illegale, l’italiano che si arrangiava.

Ripenso a Bebelle e alle sue durissime schiacciate mentre leggo un dotto libro sui mangiari di strada, una precisa elencazione e celebrazione degli incontri in piazza come luogo di socialità, di consumo, di intrattenimento.

C’erano mestieranti di ogni tipo : calderai, ramai, spazzacamini, impagliasedie, aggiustascarpe,
e per le cibarie ortolani, fruttaroli, lattaioli, pollaioli, formaggiai, oltre agli specializzati in un solo alimento come le fregole, merluzzo, gamberi d’acqua dolce, ghiaccio, uova, cipolle, agli, semi di zucca, frittole, castagne arrosto, cicoria, limoni, more, mele cotte, porchetta, rosmarino, trippa, fegato, ciambelle, rane, lumache, pannocchie, lupini, angurie, sorbetti, gelati, franfellicche, zaletti, brigidini, mostaccioli, zucchero filato.

Il cibo veniva anche cucinato per strada e consumato sul posto, mestieri individuali, specializzati, si trattava di venditori mobili o itineranti, ognuno con i suoi gridi (mi viene a mente la Vucciria a Palermo, là qualcosa c’è rimasto).

Restrizioni sanitarie, fiscali, oltre a legislazioni a favore dei commercianti fissi, richieste di maggior igiene da parte dei cittadini, in molti paesi hanno fatto quasi sparire questa abitudine italiana di antiche origini.

Nel mio paese viene ancora il trippaio, è anziano, chissà quanto potrà continuare a portarci le sue prelibatezze, auspico un ritorno anche limitato alla diffusione di queste semplici attività, e magari mangiare cibi sani cotti sulla piazza farebbe divertire gli adolescenti tecnologici anche se potrà far calare ulteriormente le vendite dei venditori tradizionali.

La vera piazza è diventata quella virtuale di fb, blog e altro dove si celebrano gli stati d’animo, sogni, aspirazioni, arrabbiature politiche, sindacali
e infine mi arrendo ed eccomi qua che pubblico, segnalo, insomma me ne sto al gioco che la tecnologia ci offre.


Archiviato in:Racconti, Società civile

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

  • quotidiani on line

    quotidiani line

    Venerdì, 24 gennaio 2003-02-02, muore Giovanni Agnelli. E’ mattina: le 7 e 59 secondo reperto. Il primo flash di agenzia è quello dell’Adnkronos, alle ore 8 e... Leggere il seguito

    Da  Bloody Ivy
    DIARIO PERSONALE, TALENTI
  • 50 Shades of White

    Shades White

    Magno cum gaudio, posso annunciare che sono una PhD Candidate ora. Si si lo so che gia' andavo in giro a dire di esserlo ed e' pure nella firma delle mie mail... Leggere il seguito

    Da  Giupy
    DIARIO PERSONALE, ITALIANI NEL MONDO, TALENTI
  • Con l'Etna nello stomaco

    Finalmente. Finalmente, finalmente e finalmente.Signori, signore, ci son 20 gradi. Niente pioggia, niente bora, niente termosifoni accesi. Leggere il seguito

    Da  Doppiogeffer
    DIARIO PERSONALE, PER LEI, TALENTI, UNIVERSITÀ
  • Aleksander Gierymski: Il poeta della luce

    Aleksander Gierymski: poeta della luce

    Aleksander Gierymski: Autoritratto   Aleksander Gierymski, uno dei più illustri rappresentanti del realismo, precursore degli esperimenti luministici e... Leggere il seguito

    Da  Paolo Statuti
    POESIE, RACCONTI, TALENTI
  • Cybercrime

    Cybercrime

    Un giorno i computer e la tecnologia digitale diverranno elemento imprescindibile di ogni comparto della vita umana. Gli individui in futuro diverranno quindi... Leggere il seguito

    Da  Bloody Ivy
    DIARIO PERSONALE, TALENTI
  • Messere Aprile fa il rubacuor.

    Dovresti scrivere qualcosa sull'amore, ma in quel tono cinico che ti riesce tanto bene. Eh, ti sembra facile; come se l'amore non fosse un argomento già... Leggere il seguito

    Da  Scriptomanti
    DIARIO PERSONALE, TALENTI