Aubrey de Grey
J.S. Olshansky
La rivista Science ha organizzato un live-chat con Aubrey de Grey e S. Jay Olshansky. Il tema, ovviamente, e' quello della ricerca anti-invecchiamento. L'evento si e' tenuto settimana scorsa (e me lo sono perso), ma il tutto e' disponibile qui: Live Chat: The Science of Antiaging. Interessante come entrambi si sforzino di negare che l'obiettivo della loro ricerca sia l'allungamento della vita, e sostengano invece che i loro sforzi mirino "soltanto" a posporre la fragilita' della terza eta' e i disturbi che essa porta con se'. Se cio' portera' con se' una vita piu' lunga (o molto piu' lunga), ben venga, ma e' solo un effetto collaterale... Ho gia' visto de Grey utilizzare questa e altre, simili, mosse di "judo memetico" per disarmare coloro che, per propri motivi ideologici o per reazione di autodifesa psicologica di fronte ad un progetto talmente rivoluzionario, giungono sui due piedi alla conclusione che l'allungamento della vita sia una pessima idea. E in effetti sembra funzionare, nel senso che il tema viene rapidamente abbandonato e si passa ad altro. Ma non si rischia, a questo modo, di evitare una discussione invece urgentemente necessaria? Non dovremmo invece sfidare apertamente quel "mortalismo" strisciante che pervade da troppo tempo il nostro pensiero collettivo? Sono giunto alla conclusione che e' proprio così, ma che non e' il compito di gente come de Grey e Olshansky, i quali hanno ben piu' importanti gatte da pelare, nei rispettivi laboratori. Quel compito, cari lettori, spetta invece a me a voi... Che ve ne rendiate conto o meno siamo un'avanguardia, e come tale siamo inevitabilmente fuori passo rispetto al resto del grande pubblico - una situazione che puo' essere estremamente frustrante. Siamo quei pochi che osano dire quello che molti altri pensano, brevemente, ma che poi sublimano o rimuovono: "Il fatto che la morte continui ad esistere, rende futile il nostro parlare di libertà. Le idee di libertà che accettano passivamente l'inevitabilitá dell'oblìo personale suonano sempre piú come vuota retorica. Gli dei ci hanno abbandonato e le nostre razionalizzazioni, di fronte al nulla sul nostro orizzonte personale, sono sempre meno convincenti. Ci rendiamo conto che c'è qualcosa di profondmente sbagliato in questa situazione, ma di fronte all'apparente inevitabilità del nostro destino, continuiamo ad ignorare quella che è la logica conclusione: dobbiamo salvarci da soli o perire" (da Immortalita': ultima frontiera della liberta'). Se farete una sola "cosa transumanista" questo mese, leggetevi l'articolo qui sopra, se gia' non lo conoscete. E se l'avete gia' letto, segnalatelo a qualcuno...