Non bastano le case puntellate, il guano di piccione, l’abbandono
generale in cui versa il centro storico. Ora bisogna aggiungere al danno altro danno e altra beffa e a pensarci è la solita scimmia, quella che, in realtà, possiede la città e ne fa ciò che vuole, indisturbata. Porta Romana è un luogo caratteristico, l’accesso alla città da ovest, uno scorcio splendido, panoramico, storico, un angolo a cui tenere particolarmente. Eppure la scimmia non lo molla: prima le scritte sul muro fatte con la vernice spray che l’Archeoclub ha faticosamente cancellato, poi il continuo intento distruttivo delle suppellettili: la porta della casetta viene abbattuta costantemente, più la tirano su e più la buttano giù. Il paletto della catena, reso indispensabile vista l’inciviltà dei Montegranaresi che continuano a parcheggiare nello spazio destinato al transito pedonale, abbattuto qualche anno fa e finalmente rimesso a posto dagli uomini del Comune circa un mese fa, è stato abbattuto di nuovo. Non completamente, sei vede che il cemento è stato più duro della testa scema della scimmia, ma divelto e staccato. Perché la scimmia fa questo? Non solo perché è scema, spiegazione troppo facile. La scimmia lo fa perché Montegranaro è così, ha trasmesso da sempre il messaggio che qui tutto è lecito, tutto è consentito, tutto si può fare. Ha trasmesso anche il messaggio che qui contano solo i soldi e il lavoro, che non c’è nulla che abbia valore, che bisogna abbattere e distruggere per poi, magari, tirare su cose nuove e moderne. Allora che speranza abbiamo, noi che amiamo le cose bene e la nostra città con la sua storia e le sue bellezze, di poter salvare questo posto massacrato dall’idiozia degli uomini? Comincio a pensare, nessuna. Desistiamo?
Luca Craia