Quando negli anni ’30 del secolo scorso Walter Benjamin scriveva “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” egli si domandava come poteva cambiare il valore e la fruizione dell’arte alla luce delle innovazioni apportate dalla fotografia e dal cinema. Di certo non poteva immaginare come, nell’arco di alcuni decenni, quell’orizzonte si sarebbe enormemente dilatato.
Proprio dalla riflessione del filosofo tedesco parte il progetto “Le Mostre Impossibili”, il cui sottotitolo “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale”, provocatoriamente, chiarisce tale relazione.
“Le Mostre Impossibili” è un progetto promosso dalla Rai in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali volto all’allestimento di mostre nelle quali rendere possibile, attraverso la riproduzione digitale, la fruizione di opere che mai si riuscirebbe a raccogliere in un’unica manifestazione.
Certo, come gli stessi organizzatori ammettono, nulla può supplire al valore materiale e spirituale dell’originale ma di fronte ai limiti posti dalla forte crisi che colpisce il settore, dalla molteplicità ed eterogeneità dei possessori di opere d’arte, dalle resistenze al prestito da parte dei grandi musei che in opere di artisti come Caravaggio o Raffaello trovano un forte richiamo di pubblico e dalle oggettive difficoltà tecniche relative alla circolazione di opere di inestimabile valore, progetti del genere possono avere un’indubbia valenza didattica e illustrativa.
Le Mostre Impossibili, nelle quali sono riprodotte in altissima definizione opere in scala 1:1 sono inziate nel 2003 a Napoli con una mostra su Caravaggio al Castel Sant’Elmo. Da allora le mostre dedicate a Caravaggio, Raffaello e Leonardo si sono moltiplicate e hanno avuto sede in diversi luoghi del pianeta coinvolgendo un pubblico che ha superato le 800.000 unità.
Links esterni
Le Mostre Impossibili
Tutta l’opera del Caravaggio. Una mostra impossibile
Raffaello per antologia: una mostra impossibile
da “Lo stregatto” del 15 Febbraio 2011