Qualche ora fa mi è stata comunicata la notizia della morte del mio maestro di canto: il basso Gianni Socci. Una persona speciale per me, che ero stata la sua prima allieva subito dopo aver lasciato la classe di un’altra insegnante con la quale c’era stata totale incomprensione.
Con molta pazienza e tanto entusiasmo mi aveva fatto riacquistare la fiducia dopo un anno di studi negativo.
Mi teneva molto in considerazione e l’intesa creata aveva portato subito i suoi benefici.
Con altri compagni di classe era riuscito a mettere su un saggio di prima qualità, e il direttore del conservatorio aveva voluto premiarci facendoci mettere in scena l’opera con l’orchestra, nel palcoscenico che all’epoca ospitava le stagioni liriche cagliaritane: l’Auditorium annesso al Conservatorio e facendo in modo che la Radio RAI registrasse tutto l’evento.
Ricordo il giorno, alla fine dello spettacolo che, venuto in camerino per ringraziarci della grande soddisfazione che gli avevamo dato, non riusciva a trattenere le lacrime.
In seguito ci furono tanti altri scuccessi e soddisfazioni fino alla conclusione degli studi. Poi l’avevo perso di vista ma, ultimamente grazie a facebook, avevo ritrovato una mia compagna di classe la quale era in contatto con lui.
Avevo pensato di fargli una sorpresa e di andarlo a trovare.
Lui aveva una voce di basso-buffo, per cui il suo repertorio era principalmente quello di opere rossiniane e donizettiane e del ‘700.
Aveva un sorriso contagioso e la sua voce ricordava il simpaticissimo timbro della voce di Alberto Sordi.
Ciao Maestro ti voglio ricordare come in questa foto-ricordo scattata alla fine di un concerto.