La sconfitta del PD era prevista in una famosa vignetta: il suicidio di Bobo.
Siamo nel giugno del 2012 e il PD con il PDL si spartiscono le nomine per le autority.
Bobo si suicida al gridando: “Prima che mi consegnino a Grillo, me ne vado da solo”.
Più che in tante analisi è riassunta in questa vignetta la sconfitta del centrosinistra e la vittoria del MoVimento 5 Stelle.
Un rinnovamento che c’è stato ma chiaramente non ha sufficienza.
L’essere interessati solo alle alchimie di palazzo, ai posti di potere senza mai uno slancio verso il futuro, verso la vita di tutti i giorni, verso la trasparenza.
Trasparenza, rendicontazione, mancata apertura stanno tutte nel voto di protesta che molti nostri elettori hanno dati al M5S.
Il M5S pone dei problemi che i partiti tradizionali, compreso il nostro, non hanno affrontato o lo hanno fatto in ritardo e spesso in maniera inadeguata rispetto al sentimento dei cittadini.
Allora la questione non è Grillo.
È la richiesta esasperata di cambiamento che i cittadini rivolgono alla politica dopo anni di occasioni perdute e che hanno divorato la fiducia nei partiti e nel Parlamento, portandola al livello più basso d’Europa.
Grillo è la spia di tutto questo, ed è una valvola di sfogo.
Era tutto prevedibile, certo non con queste dimensioni.
Ora si tratta di capirlo bene e di mettere in campo un nuovo modo di fare politica a tutti i livelli altrimenti Bobo si risuicida.