Uno dei problemi che ci viene sempre proposto in maniera quasi banale è lo scoprire l’acqua calda. Effettivamente presumo che nessuno di noi abbia scoperto l’acqua calda, anzi, quando uno sta per scoprirla, viene puntualmente scoraggiato dal resto della comunità ‘scientifica’.
Vi dico effettivamente che la nostra società ha bisogno di riscoprire l’acqua calda e, anzi, di farsi un tè per la precisione. O, meglio, di una tisana calmante che permetta di avere del tempo per scoprire l’acqua calda.
Prima problema tecnico per trovare l’acqua calda è propriamente capire perché si vuole scoprire l’acqua calda. Infatti, per scoprirla, ci vuole una forte determinazione di carattere che certamente farà dire alla maggioranza “vuoi davvero scoprire l’acqua calda?”. Perdinci, alle terme nessuno si lamenta, mentre nel resto della vita normale scoprire l’acqua calda dovrebbe essere un reato.
Anzi, proprio per questo mi meraviglio che non esistano leggi che vietino la scoperta dell’acqua calda. L’elementarità del gesto, a detta di alcuni, non richiederebbe uno Stato di polizia, piuttosto ci si affiderebbe al tacito divieto di uno Stato liberale che ci demineralizza l’acqua piuttosto che aiutarci nella sua scoperta.
La scoperta dell’acqua calda si connette ad un secondo ordine di problemi: ammesso pure che la si sia scoperta, effettivamente non ci si potrebbe fare un grande uso commerciale. Ma proprio questo ci deve spingere a cercarla: lasciar stare per un attimo il valore del denaro e ritrovare il piacere della scoperta. (qui, temo un assalto di Alberto Angela che tenterà sicuramente di attribuire la scoperta dell’acqua calda ad Ulisse)
Sono forte sostenitore, tuttavia, di una forma personalizzata di acqua calda. Ognuno ha, piuttosto, il diritto alla sua sacrosanta acqua calda da scoprire. Sicuramente, migliore, dell’acqua calda ‘pesante’ di una centrale nucleare.