Il racconto di viaggio con cui Lucia ha ripercorso, all’interno della raccolta “Scotland, my love”, le tappe della sua lunga vacanza attraverso la Scozia sta per giungere al termine. Nell’ultimo pomeriggio passato a Edimburgo, Lucia si è dedicata agli edifici rappresentativi del potere: Holyrood Palace, residenza scozzese della Regina Elisabetta, e “Holyrood”, ovvero il Parlamento scozzese.
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Entro breve avremmo rivolto il nostro saluto alla Scozia: la vacanza in quella terra meravigliosa era quasi giunta a termine.
Il 13 mattina abbiamo lasciato il BB a Bannockburn e ci siamo diretti a Edimburgo, dove avevamo prenotato una camera al costosissimo Hilton, accanto all’aeroporto, gentilmente pagato dai miei genitori… o da mia sorella, non ricordo! Perchè proprio lì? Perchè mia sorella e Gabriele, l’indomani mattina, avrebbero avuto il volo molto presto, per tornare in Italia. Un albergo accanto all’aeroporto sarebbe stato di notevole utilità, considerato l’orario di partenza e considerate le esigenze di un bambino piccolo.
Depositati i bagagli in quell’immensa camera d’albergo – di cui ricordo la moquette color beige chiaro e i piumoni dei letti, bianchi – siamo di nuovo andati all’esplorazione di Edimburgo. Avevamo un pomeriggio a disposizione. Ci siamo recati in centro, nuovamente, al solito squallido e triste parcheggio, ma di funzionale ubicazione, accanto al Royal Mile.



Lo SNP (Scottish National Party) si sta espandendo velocemente e i suoi membri stanno facendo una propaganda molto incisiva, capillare e intelligente. Intelligente perchè a misura di popolo, concreta, non urlata in televisione o spedita nella buca della posta su dépliants che nessuno legge e che vengono gettati nel bidone della carta non appena se ne viene a contatto. A Lewis, i membri dello SNP, vanno a bussare di casa in casa, taccuino alla mano, per chiedere alle famiglie quali siano le loro esigenze come cittadini, o quali siano le loro richieste al Comune. Li ho incontrati io stessa per le strade di Stornoway e quanto ho scritto è ciò che mi hanno risposto alla domanda: “What are you doing?”. “Davvero vai a bussare di casa in casa”? ho chiesto al mio amico, assessore nello SNP per le Western Isles . “Sì”, mi ha risposto mentre depennava una zona della città in cui era già stato. “Mi manca di andare ancora a Marybank, a Laxdale…” e ha proseguito la sua lista con altre zone. Chissà poi se questo lavoro porterà realmente all’indipendenza della vecchia Caledonia!

Siamo entrati in un negozio di spirits in cui c’erano, ovviamente, anche i whisky. Mia sorella si è presa due mini bottigliette della preziosa bevanda ambrata: una di Ardbeg e un’altra che non ricordo, ma era sicuramente un torbato. Se le è scolate prima di arrivare in albergo. Nel frattempo avevamo maturato l’idea di tornare a cena al pub di Bannockburn perchè ci piaceva il cibo, non era costoso e c’era ampio spazio per far gattonare o giocare Gabriele.


Non sapevamo più come tornare indietro. Le indicazioni erano inesistenti in quella zona e i nervi salivano a fior di pelle. Dai e dai poi, dopo deviazioni, inversioni e accidenti vari a destra e a manca, ce l’abbiamo fatta a raggiungere il parcheggio immenso del Tesco. Messi nel bagagliaio i rifornimenti scozzesi per i nostri giorni italiani, siamo andati a cena al pub vicino Stirling e ci siamo gustati l’ultimo pasto scozzese per quella stagione. Il cibo mi usciva dagli occhi, ma non potevo non concedermi gli ultimi peccati di gola della poco salutare cucina scozzese

Cinicamente, non ho neanche pensato a quei popoli che nel nostro pianeta muoiono di fame. Quando sono in Scozia mi trasformo. Sono una Lucia molto positiva, molto serena, ottimista, sorridente, senza veli di paura nei rapporti con gli altri o con me stessa. Sono aperta e determinata in quasi ogni ambito di vita, non solo nel lavoro, come accade quando sto in Italia. Varcata la Manica, direzione Sud, torno a pensare alla fame nel mondo e non solo a quella!
Continua…
Photo Credits: Lucia Tysserand
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