A due anni, il primo viaggio di Gabriele attraverso la Scozia inizia nelle Trossachs, la parte centrale della regione compresa tra Lowlands e Highlands. E mentre suo nipote scopre per la prima volta il paese che ha rapito il cuore della zia, Lucia ripercorre nella memoria i ricordi di un altro suo viaggio in questa parte di Scozia. Ed ecco che la raccolta “Scotland, my love” si arricchisce di un’altra intensa esperienza di viaggio.
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Finalmente stamattina avrei presentato la dolcissima Scozia a mio nipote, portandolo nel cuore della sua natura, nelle Trossachs e facendogli provare l’abbraccio delle hills e dei boschi in cui sono racchiusi molti sogni di sua zia.
Siamo partiti dal B&B di Bannockburn e ci siamo diretti a Callander dove abbiamo fatto una sosta con una passeggiata tra le sue vie colorate dai puzzle multicolori delle vetrine dei negozi. Lì a Callander mi riaffioravano i ricordi di quando ci siamo stati l’anno precedente, per alcuni giorni, durante il nostro viaggio di risalita della Scozia in direzione delle Western Highlands.
Callander è un buon punto base per recarsi a visitare vari luoghi in quella parte di Scozia. Ricordo quando andavamo a cena al pub vicino al B&B solo per avere la connessione Wi-Fi o quando mi sentii male e l’allora mio landlord chiamò un dottore per avere dei consigli su che cosa avessi potuto fare e il dottore mi dette un appuntamento all’ospedale di Stirling! Capirono subito il problema e con una cura il dolore mi passò in pochi giorni. Non mi è ancora passato, invece, l’imbarazzo per come ho letteralmente inventato il lessico medico quando ho disquisito con l’infermiera, informandola sui sintomi del mio malessere. Un esempio per tutti: le extrasistole le ho chiamate “extraboom” con tanto di pugno che andava verso l’alto! Quell’infermiera avrà pensato che gli Italiani sono realmente ridicoli e non si tratta di uno stereotipo, quando vengono ritratti goffi e gesticolanti nelle vignette umoristiche che girano nel mondo! Da Callander ci siamo diretti a nord, verso Loch Lubnaig, dove abbiamo fatto una sosta rigenerante sulle rive del lago. Paolo è rimasto in auto con il piccolo che dormiva e io e mia sorella siamo andate sulle rive del loch. Sentivamo l’argenteo rumore dell’acqua in movimento infrangersi contro i sassi della riva, mentre, in lontananza, il lago si estendeva tra le colline ricoperte di verdi conifere. Il cielo era limpido e l’aria era tiepida. Vicino a me c’erano dei sassi disposti in cerchio da cui usciva del fumo da una base di cenere. Tradiva un barbecue consumato poco prima sulle rive di Loch Lubnaig. Intorno a noi c’erano diverse persone e dei bambini che giocavano.Quando siamo rientrati in auto ci siamo diretti a Balquhidder. Balquhidder è una minuscola località che sfugge anche alle mappe più dettagliate, nascosta dalle colline. In questa piccola località si trova la tomba di Rob Roy, l’eroe scozzese celebrato dalla letteratura e, da alcuni anni, anche dalla filmografia. Sta nel churchyard di una vecchia chiesa, a ridosso di un bosco. Lì, riposa con la moglie e i due figli.
Da Balquiddher la strada prosegue lungo Loch Voil e Loch Doine. Entrambi i laghi offrono scenari fantastici, scenari di verde e di blu e di freschi pensieri. I due laghi stanno vicini vicini. Visti da lontano sembrano uniti, ma in realtà sono separati da un lembo di terra tra le loro acque. Colline ricoperte da conifere verde-brillante ne osservano le increspature e le proteggono gelosamente, come mamme con i figli. Abbiamo mangiato un pranzo veloce, seduti sotto una costruzione di legno consumata e sbiadita dalla pioggia, sperduta nella natura selvaggia, ai margini di una strada di campagna dimenticata anche dal satellitare. Di quel pranzo, ricordo tantissime fragole saporitissime. Le fragole scozzesi hanno un gusto dolcissimo e delicato, inebriante. Sono più chiare di colore rispetto a quelle italiane, ma sono ben più gustose.Da quel posto sperduto, tra i glen delle Trossachs, ci siamo diretti a Killin, un delizioso paesino in miniatura, dove si trovano le Falls of Dochart. Le cascate si presentavano diverse da come le avevo viste l’anno precedente. C’era poca acqua poichè le piogge non erano state abbondanti nei mesi precedenti. Le rocce del letto del fiume erano in gran parte scoperte e sopra vi erano tante persone che, come noi, si divertivano a camminarci sopra. I salti delle cateratte erano brevi e poco impetuosi. Gabriele impazziva dalla gioia a immergere le sue gambe nell’acqua. Io impazzivo dalla gioia di vederlo felice in Scozia.
Quei sassi colorati di ferro e di torba e lo scroscio dell’acqua mi riportavano alle sensazioni ivi provate l’anno precedente. Sensazioni completamente differenti, sensazioni di una Scozia che non esiste più, che se n’è andata, che si è dispersa lungo strade fredde e anonime. Una Scozia che mi mancava, che cercava di rivivere attraverso la nuova, con un anno in più, con nuova esperienza, filtrata dai gridolini gioiosi di mio nipote. Quella che stavo vivendo era una Scozia vera, tangibile, reale, più a portata di mano, anche se più incompleta. Stesso posto. Dicotomia di situazioni e di sentimenti che non riuscivo a gettare nelle acque del Tay, non riuscivo a sbarazzarmene. Non mi è restato che girarmi verso mio nipote e sorridergli. Tornando verso il B&B ci siamo fermati al Lade Inn, appena fuori Callander, un pub che produce una sua birra. L’odore restio di fritto, impregnato ormai nell’ambiente è stato nauseabondo, ma la birra era deliziosa e la signora che vendeva allo shop molto sprint. La classica signora che piace ai clienti e che riuscirebbe a vendere tutto il negozio. Era quasi riuscita a farmi ordinare un carico di birra da ricevere direttamente per posta, uno di quegli ordini fatti solamente da ristoranti e pub! Meno male la saggezza di mio marito mi ha evitato quell’atto azzardato!Continua…
Photo Credits: Lucia Tysserand
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