Dopo tanto tempo tornano finalmente i contributi scozzesi di quei lettori appassionati, come me, di Scozia. E’ con immenso piacere che a partire da oggi e per qualche settimana ospiterò una graditissima guest blogger all’interno della raccolta “Scotland, my love”. Si tratta di una fervente scozzese, italiana al 100% ma scozzese nel cuore: Lucia. I suoi racconti vi faranno venire voglia di preparare la valigia e partire alla scoperta di questa magica terra che ha stregato entrambe. Buona lettura!
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Arrivo in Gran Bretagna
Oggi è stata una giornata noiosa e faticosa perchè abbiamo percorso in auto molti chilometri, anzi, per esser precisi, molte miglia.
Siamo sbarcati ad Hull, nello Yorkshire, Inghilterra, alle 8:30 e da lì abbiamo percorso tutta la M62 verso ovest, tagliando l’Inghilterra a metà praticamente, sotto un acquazzone inesorabile, a causa del quale le ruote della macchina facevano fatica a trovare l’attrito sulla strada. Non si vedeva nulla, tanto la pioggia era fitta. Non mi sono mai tolta dalla corsia di sorpasso e con i camion nell’altra corsia che spruzzavano ancora acqua sul nostro cruscotto, è stata dura. I tergicristalli non riuscivano ad allontanare l’acqua! Non capisco come mai i tratti difficili tocchino sempre a me!
Arrivati a Manchester ci siamo diretti a nord con la M6 che è diventata M74 e siamo entrati in Scozia all’altezza di Gretna Green.
L’anima della Scozia è sempre calda ed accogliente; il suo verde brillante esalta il profilo dolce delle hills, e sorride, come per dare il benvenuto, ai suoi figli prediletti che tornano da lei e che a lei si donano.
La nostra meta oggi era Kyle of Lochalsh, Uig a Skye, se fossimo stati bravi, ma non lo siamo stati! Avevamo deciso di arrivarci percorrendo la strada che costeggia Loch Lomond, arrivare a Fort William e da lì andare a Kyle of Lochalsh, la via più breve, praticamente.
Glasgow
La M74 ci ha portati direttamente a Glasgow. Il caso ha voluto che la nostra uscita fosse quella in Great Western Road, my home! Non ce l’ho fatta a proseguirla tutta a diritto. Il richiamo di sangue mi diceva di fermarmi e di onorare la sorgente del mio amore pazzesco e profondo. Era la zona in cui ho vissuto e ho studiato per alcuni mesi, tanti anni fa, ormai troppi, per ricordare quanti sono!
Abbiamo deciso di fermarci per un po’ nella zona dell’università, come di rito ogni anno. Abbiamo parcheggiato al posteggio sopra Byres road e da lì sono andata a rendere omaggio al mio luogo di culto, con la consapevolezza che non avevo molto tempo. Era sufficiente però per far tuffare il mio cuore nei ricordi più esaltanti della mia vita, per gioire dei miei giorni da giovane scozzese e per versare una lacrimuccia di nostalgia per quel tempo speciale che fu.
Photo Credit: Lucia Tysserand
Mi sono diretta in University avenue: ho visto University gardens, sempre uguale, il main gate, un po’ sofferente per i segni del traffico costante e, ahimè, del tempo. Ma era lì. Mi sono ricordata la notte del 3 gennaio 1995, quando vi arrivai dall’aeroporto, stanca e smarrita, a prendere le chiavi del mio alloggio: un momento che non scorderò mai più perchè, alla luce di poi, è stato il minuto che ha dato inizio al meraviglioso periodo di vita in Scozia e anche per la mia meraviglia, il mio stupore e la mia gioia nel vedere quanto splendida fosse stata l’università in cui avrei studiato. Un sogno che poi è stato realtà pura.
Dopo questo breve incrocio coi miei ricordi mi sono recata in Hillhead street a scattare una foto alla library e a baciare la terra della mia università che mi ha accolta con grande disponibilità e affetto, la terra di Glasgow, mia vera hometown. Un bacio di riconoscenza e d’amore, d’amore forte e inscindibile con questa terra vera e amica.
Era tempo di scendere in Byres road per andare a comprare uno UK phone nm. Lo abbiamo trovato alla Vodafone: £ 25 telefono e chiamate incluse. A good bargain, direi. Il telefono è un vecchissimo Nokia, ma funziona bene ed è carino.
Continua…