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La Scozia di Lucia – parte IV

Creato il 26 novembre 2012 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia – parte IVContinua l’interessante viaggio in Scozia di Lucia, una maestra di scuola elementare che coinvolge nelle sue attività estive, rigorosamente scozzesi, anche i suoi piccoli alunni. Per la raccolta “Scotland, my love”, oggi condivide con noi l’emozione di appropriarsi delle varie sfaccettature di una terra e di una cultura che ama, attraverso l’apprendimento delle danze tipiche e la lavorazione della lana.

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Un pranzo al buonissmo ristorante Thai di Stornoway, pluripremiato dalle guide turistiche e poi via al centro sportivo a ballare Scottish country dancing. Non eravamo nelle condizioni fisiche migliori per ballare, dopo il pranzo al tailandese, ma ormai la stanza era stata prenotata e dovevamo andarvi tutti, sia genitori che bambini. Eravamo in tanti. Oltre al nostro gruppo c’era anche Stefanie, una ragazza tedesca che si trovava a studiare inglese a Stornoway.  Ci guidava il Direttore della scuola.

Devo ammettere che il ballo non rientra tra le attività che preferisco, ma la Scottish country dance  è qualcosa che appartiene alla cultura che amo e a cui mi sento di appartenere. Desidero apprendere quella cultura nelle sue varie manifestazioni. Quindi, anche se ballare non mi esalta, né lo faccio particolarmente di buon grado, ballo volentieri la danza scozzese. In effetti sono già diversi anni che la pratico. Sarà per questo, forse,  che il Direttore ha chiesto a me di fare la dimostrazione delle varie danze agli altri, insieme a lui. Ammetto che ero imbarazzata a stare al centro dell’attenzione, soprattutto per i genitori dei miei alunni, ma mi faceva piacere perchè sono stata scelta per dimostrare qualcosa di scozzese!

La Scozia di Lucia – parte IV
Abbiamo ballato a lungo ed è stato utile conoscere nuovi balli o perfezionare quelli già conosciuti. Mi ha fatto piacere vedere i miei alunni impegnati a ballare Scottish country dancing, in terra di Scozia e apprendere ancora qualcosa di nuovo della cultura scozzese.

Intreccio di lane e di colori, di mani che lavorano, che cuciono e che attorcigliano. In questo consisteva il laboratorio di Harris Tweed al quale ho partecipato insieme ai miei alunni e ai loro genitori.

La Scozia di Lucia – parte IV
Lavorare l’Harris Tweed mi dava la sensazione di infilare le mani nella terra della Scozia e di estrarne l’anima vitale, su cui sono ancora attaccati dei rametti di erica, inavvertitamente strappati dal cespuglio. La lana del Tweed è l’anima di Lewis e Harris: è tra i loro prodotti più importanti, se non il più importante. Viene prodotto con lana di pecore scozzesi (non solo delle Ebridi poiché non soddisferebbero la richiesta del mercato) e tessuto a mano nelle Ebridi. Ecco perchè si chiama Harris Tweed ed è contraddistinto dalla tipica etichetta che ne qualifica l’origine e ne certifica l’autenticità.

La Scozia di Lucia – parte IV
Io ho realizzato un piccolo borsellino con il Tweed blu. Prima l’ho lavorato ai ferri e poi l’ho cucito e rivestito internamente. Che bella soddisfazione! Hanno cucito anche i bambini maschi! Ogni tanto, il Direttore della scuola ci suonava dei brani con la cornamusa, dilettandoci col suo coinvolgente suono. Paolo (il marito di Lucia, n.d.r.) ha realizzato due bustine, cucite con l’ago: lui è molto bravo a cucire! Beh! Figlio di una sarta!

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

Leggi La Scozia di Lucia – parte I, La Scozia di Lucia – parte II e La Scozia di Lucia – parte III


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