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Chi lo direbbe mai che uno dei più importanti festival musicali esistenti al mondo si tiene sulla remota isola di Lewis, ai confini delle terre emerse, lontano dalle grandi vie di comunicazione e dagli sguardi indiscreti dei media? Beh! Sì!
Tuttavia il vero festival, i concerti di band di musica scozzese, o band semplicemente scozzesi, comincia il venerdì. Il primo vero concerto, sotto il mega tendone, ha luogo il venerdì sera. Purtroppo quest’anno avevamo deciso di non andarvi perchè troppo costoso e non ce lo potevamo assolutamente permettere.
Il pomeriggio prima del concerto, però, alcuni dei genitori dei nostri alunni ci hanno dato i braccialetti del concerto: CI HANNO REGALATO IL BIGLIETTO! Non credevo ai miei occhi quando li ho visti. (Vengono dati dei braccialetti da mettersi al polso invece dei biglietti, per lasciare la gente libera di entrare e uscire dall’area concerto nell’arco del pomeriggio, n.d.a.). Cavolo! Un super regalo! Così la sera del venerdì ce ne siamo andati al concerto anche noi, a vedere nientemeno che i Proclaimers, la band la cui canzone più famosa è “500 miles”.
Al di fuori delle tende trionfano odori, suoni, colori, sapori, giocolieri, persone che camminano, bambini che giocano, bancarelle che vendono prodotti tipici e cibo. Immancabile il camioncino che prepara il panino col salmone cotto sulla griglia. Peccato lo sciupino mettendoci sopra le salse! Birra a fiumi, cioccolata fusa in cui immergerci bastoncini zuccherati, cantastorie in gaelico e tanti, tanti sorrisi. L’atmosfera è serena e pacata. Nessuno urla, né sbraita. Nessuno importuna altre persone. I nostri bambini giocavano a calcio con una palla immaginaria, mentre mangiavano hot dogs e cioccolata! Io me ne stavo a sedere sul prato, dall’alto della collina e osservavo tutta l’anima del festival, mentre il vento mi rinfrescava le gote e mi trasportava la fantasia sulle sue ali, attraverso brughiere viola e colline verdi. Sopra lochs argentati e baie cristalline, ma anche su terreni deserti e insidiati da spine e paludi inattraversabili. Neanche il vento riusciva a solcarli e le ali della mia fantasia lì si spezzavano, riportandomi al festival, al prato su cui ero seduta e alle voci intorno a me.
Il concerto in se stesso è stata un’esperienza interessante. Sentire musica dal vero è sempre molto gratificante e ci permette di accedere al mondo della musica che entra prepotentemente nelle nostre orecchie e ci trasporta su sentieri di note e su pentagrammi di prati in fiore. I Proclaimers sono stati molto sobri nella loro esibizione, ma incisivi e hanno riscosso tanti applausi!
Continua…
Photo credits: Lucia Tysserand
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