Ogni amante della Scozia ha la bandiera di quella stupenda terra dipinta nel cuore, ha quella croce bianca su uno sfondo azzurro impressa nella propria anima; sventola e si muove a ricordare le verdi valli e le viola distese d’edera intricata, accarezzata sempre da quel vento intriso di salsedine o di odori torbati.
Photo Credits: Wattie Cheung
E’ la bandiera in cui ci riconosciamo, in cui almeno io mi riconosco, se proprio mi debba riconoscere in una bandiera. Quella scozzese, il Saltire, è una tra le più antiche del mondo e la croce bianca di Sant’Andrea, su sfondo azzurro, non è solamente il ritratto di una bandiera, ma anche e soprattutto di un evento.
Un tempo – e qui c’immergiamo nel mondo delle leggende che pullulano nella tradizione scozzese – un esercito di Pitti e Scoti era inseguito attraverso la regione dell’East Lothian da un esercito inglese, guidato dal loro re Athelstan. Gli Scoti e i Pitti, in netta inferiorità numerica, realizzarono che sarebbero stati probabilmente sbaragliati, uccisi e che non avrebbero avuto alcuna possibilità di raccontare l’evento. Che cosa fecero allora? Dotati di vero coraggio, decisero di fermarsi. Se tanto avessero dovuto morire, l’avrebbero fatto da uomini valorosi: combattendo!
Attraversato un guado, si allinearono lungo le sue sponde e si schierarono per la battaglia. Ecco che mentre stavano aspettando di veder apparire i nemici, una grande croce bianca, la croce di Sant’Andrea, apparve nel cielo azzurro. Essi realizzarono che Dio aveva dato loro un segno. Apparvero quindi gl’Inglesi. Gli Scoti e i Pitti riuscirono a tenere testa all’esercito nemico e non solo: riuscirono a uccidere il loro re Athelstan, vincendo la battaglia. Gli Scoti e i Pitti adottarono quindi il segno apparso loro in cielo come simbolo della loro bandiera, che è successivamente diventata la bandiera scozzese e lo è rimasta da più di mille anni.
Post di Lucia Tysserand