Vern Cotter con il gruppo della Scozia (credit: SRU)
Vern Cotter, head coach della Scozia, ha parlato al termine dei test match estivi che hanno visto i Dark Blues impegnati in un vero e proprio tour de force, con quattro gare distribuite fra due continenti condensate nel mese di giugno.
La serie estiva, che nelle prime tre settimane ha dato segnali di crescita con le vittorie contro USA, Canada e Argentina, si è chiusa con la batosta subita dagli Springboks a Port Elizabeth, quel 55-6 che è la sconfitta più pesante (in termini numerici) degli ultimi diciassette anni.
“Abbiamo molto da lavorare e dobbiamo prendere spunto dall’ultima gara contro il Sud Africa, se vorremo essere competitivi nella prossima coppa del mondo. Tuttavia, nonostante io odi perdere, per non parlare con un punteggio come quello di sabato, posso dire che torniamo a casa con tanti spunti positivi“, ha detto Cotter.
“Per esempio Ashe ha debuttato a 20 anni e Grant Gilchrist è il più giovane capitano degli ultimi anni, che oltre ad aver guidato la squadra ha fatto anche molto bene. Se proviamo a dimenticare quanto abbiamo concesso ai Boks e ci concentriamo su quello che abbiamo provato a fare, possiamo dire che abbiamo davvero tanto materiale su cui costruire il nostro prossimo futuro. Il segreto è molto semplice: dobbiamo continuare a fare bene le cose che ci sono riuscite meglio ed evitare distrazioni, correggendo i nostri errori. I ragazzi mi sono piaciuti, ci abbiamo sempre provato fino in fondo. Adesso non resta che convogliare le energie sui binari giusti e prendere le decisioni giuste nei momenti difficili“.
Il prossimo impegno della nazionale scozzese sarà in autunno, l’8 novembre contro l’Argentina al Murrayfield. Allora mancherà davvero meno di un anno all coppa del mondo e si dovranno vedere, per forza, dei miglioramenti in una squadra che, parole del suo CEO, “punterà a vincere la coppa“. Forse servirà anche l’alter ego dell’head coach (quell’ Harry Cotter che da tempo invochiamo) per risollevare le sorti di una squadra apparsa, nell’ultimo anno, un po’ troppo smarrita nei momenti topici.
A mio parere, il divario con le migliori nazionali al mondo è ancora troppo ampio per essere colmato in poco più di dodici mesi; un ottimo risultato, comunque, sarebbe chiudere la serie autunnale con due vittorie (e magari una grande prestazione contro gli All Blacks) ed essere competitivi al 6 Nations, per poi puntare a passare ai quarti della RWC uscendo indenni da un girone difficile (Sud Africa, Samoa, Giappone, USA) ma non impossibile, dove molto probabilmente la sfida contro il Giappone sarà decisiva.