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La scuola dove si boccia di più in Italia è a Napoli. Ecco qual è…

Creato il 13 luglio 2015 da Vesuviolive

Alunni bocciati

La scuola è un’esperienza che nella vita spetta a tutti, infatti, fatta eccezione per quei popoli ancora sottosviluppati, che non possono assicurare ai propri bambini il diritto allo studio, tutti noi siamo stati obbligati a iniziare e portare a termine il nostro percorso scolastico.

Troppo spesso purtroppo, quelle che possono essere definite “voci di corridoio”, raccontavano di una troppa elasticità dei giudizi nelle scuole del Sud, che promuovevano i propri alunni con criteri poco raccomandabili. Queste chiacchiere hanno sempre di più dato vita alla convinzione che al Sud la scuola fosse più facile, e che non sarebbe stato un problema per il popolo meridionale portare a casa risultati eccellenti, dal momento che il metro di giudizio degli insegnanti del meridione, non si affiancava evidentemente alla serietà e alla rigidità degli insegnanti settentrionali. Oggi i dati ricavati da un’indagine svolta da Skuola.net e riportata sul portale ischool.startupitalia.eu, la verità sembra essere tutt’altra, tra le dieci scuole più temute d’Italia regna l’Istituto professionale  De Santis di Napoli.

E’ proprio nella scuola del capoluogo campano che si conta una percentuale del 53% di bocciati, un dato che spazza via tutte quelle allegre dicerie sulla scuola meridionale che dove si viene sempre promossi. Sembra essere “esigenza”, la parola d’ordine dell’istituto scolastico napoletano che apre la classifica delle 10 scuole che in Italia, adottano il pugno di ferro per giudicare i propri alunni. A far strabuzzare gli occhi, un altro mito che cade, quello secondo cui, tutti quelli che frequentano gli istituti professionali, sono automaticamente candidati alla vita scolastica facile. Errato! L’indagine di Skuola.net infatti dimostra proprio come tre le prime posizioni, la percentuale maggiore di bocciati risieda proprio tra le scuole ad indirizzo professionale.

Napoli non cede dinanzi al bagaglio culturale dei giovani, che fino a quando saranno sotto la tutela degli insegnanti, sembra proprio che non avranno altra via di fuga dalla scuola se non quella di studiare per poter evitare bocciature e concludere quanto prima il percorso di studi.


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