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La scuola italiana ferma all’800

Creato il 12 ottobre 2013 da Salvatore Cugliari
Il crollo del liceo di Rivoli

Il crollo del liceo di Rivoli

Chi vede la scuola dall’esterno all’affermazione “La scuola italiana è ferma all’800″ rimarrebbe leggermente perplesso e quasi quasi ti riderebbe in faccia. Purtroppo però la scuola per chi la vede dall’interno, come il sottoscritto, sa che questa dichiarazione un fondo di verità ce l’ha eccome. La scuola italiana, infatti, è ferma all’800 come materie di studio, è ferma all’800 come strutture scolastiche ed è ferma all’800 come servizi. Nella nostra scuola italiana, almeno per quanto riguarda i superiori, continuiamo a studiare opere ottocentesche come “I promessi sposi”. Proseguiamo a studiarli proprio dal 1800 e tra elementari, medie e superiori siamo continuamente bombardati di nozioni riguardanti l’opera che ha avuto l’arduo compito di unificare da un punto linguistico la nostra penisola senza che ci vengano proposte delle alternative altrettanto valide ma più moderne. Ecco, proprio l’opera di Manzoni è l’esempio lampante dell’inerzia della scuola italiana. Questo principio non vale solamente per le materie di studio ma anche e sopratutto per le strutture fatiscenti e per i servizi quasi assenti. Secondo un’indagine di “Cittadinanzattiva” un edificio scolastico su 5 non è sicuro e solo il 24% è in regola con le certificazioni di sicurezza. Negli ultimi giorni tantissimo giovani, me compreso, hanno manifestato in piazza contro i tagli all’istruzione pubblica e per dire basta ai compromessi per quanto riguarda la nostra formazione. All’intero sistema scolastico non bastano più i contentini e gli avanzi della nostra classe politica, serve molto di più. Per cambiare le cose e dare una svolta al futuro dell’Italia bisogna mettere al centro l’istruzione. Un’istruzione diversa sia nella forma e sia nella sostanza e che dia una valida preparazione a noi giovani affinché posiamo avere almeno la possibilità e le giuste competenze per “intrometterci” in una realtà davvero impervia: il mondo del lavoro.


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