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La scuola (non) è un diritto di tutti

Da Swelkor

LA SCUOLA (NON) È UN DIRITTO DI TUTTI

Secondo il Codacons, il prossimo anno scolastico avrà come protagonista un aumento dell’8% dei libri di testo (fonte). A fronte di un momento di recessione, di crisi profonda dell’economia della maggior parte delle famiglie italiane, bisognerebbe ripensare ai termini della legge sul Copyright, che non permette a nessuno di fotocopiare libri, risparmiando in questo modo gran parte della spesa.

Purtroppo la lobby dei libri di testo, volumi che vengono aggiornati di qualche pagina o di minimi particolari, è una delle più silenziose e potenti dell’intero sistema scolastico ed economico. Come si giustifica una riedizione annuale dei libri di Storia? Forse Napoleone non ha perso a Waterloo o ha chiesto uno sconto di pena sulla sentenzia di esilio impostagli? Oppure Cristoforo Colombo ha rinviato il suo viaggio alla scoperta di nuove vie per arrivare alle Indie? Forse la Matematica ha regole nuove che sostituiscono da un anno all’altro tutte le basi delle conoscenze attuali? Nulla di tutto questo, perchè le modifiche, molto spesso, sono solo di impaginazione, con l’aggiunta di qualche foto, di qualche nota, di qualche pagina tra un capitolo e l’altro. Modifiche minime, che costringono ad esempio una famiglia con due fratelli in classi diverse ad acquistare due differenti libri di testo, nel caso che i professori di turno abbiano questo o quell’interesse su questa a quella casa editrice.

Una vergogna che sarebbe facilmente cancellabile grazie ad un intervento che modifichi la legge sul copyright per i libri di testo scolastici, rendendo realmente libera l’istruzione di base e non solo.

Flavio Coraglia


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